Roma al punto d'arrivo

Roma al punto d'arrivo
dal nostro inviato MADRID La Champions, in poco meno di due mesi e mezzo, diventa proprio come non te l’aspetti. Soprattutto se vista dall’Italia. La Roma di Di...

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dal nostro inviato
MADRID
La Champions, in poco meno di due mesi e mezzo, diventa proprio come non te l’aspetti. Soprattutto se vista dall’Italia. La Roma di Di Francesco, stasera in campo al Wanda Metropolitano di Madrid, è partita a settembre quasi da imbucata nel gruppo C delle big allenate da Simeone e Conte. In 4 partite, però, ha ribaltato ogni pronostico e, da imbattuta (mai successo nella storia del club dopo 4 gare), si è piazzata al 1° posto. Non è più, insomma, l’intrusa. E, con un pari contro l’Atletico che è costretto a vincere per non essere già fuori, sarebbe agli ottavi con 1 turno d’anticipo. Addirittura potrebbe festeggiare prima di giocare, se il match di Baku tra il Qarabag e il Chelsea, in programma alle 18, dovesse finire in parità. E, anche se per la qualificazione dovesse aspettare il 5 dicembre, si è comportata meglio di quanto abbiano fatto fin qui la Juve per 2 volte finalista nelle ultime 3 edizioni e il Napoli che con il suo calcio ha spesso dato l’impressione di giocare in Paradiso.


 

UNICO PRECEDENTE
Solo 9 anni fa, con Spalletti in panchina, la Roma chiuse la prima fase al 1° posto. Se vincesse qui, concederebbe il bis. La coincidenza curiosa è che, nel 2008, si lasciò alle spalle proprio il Chelsea con cui, anche in questa stagione, si gioca il primato. L’Atletico, scivolato dal 2° al 3° posto del ranking Uefa, insegue con appena 3 punti in classifica. Sorprendente l’involuzione della squadra di Simeone. Alcuni giocatori non negano l’evidenza e rimpiangono il Calderon che li ha portati in vetta al Continente: 2 finali, perse sempre contro il Real, nel 2014 e nel 2016. Al Metropolitano ancora non decollano, colpa di qualche effetto speciale, almeno a sentirli raccontare la loro nuova vita nel teatro inaugurato a settembre: luci, porte, zolle e misure. Simeone, in effetti, ha raccolto poco o niente in questo stadio: dopo i 2 successi di inizio stagione, i 4 pareggi venuti dopo il ko doloroso contro il Chlesea, unica sconfitta nelle ultime 20 gare ufficiali. Da quella sera (27 settembre) Griezmann, contestato dai tifosi dei Colchoneros, non ha più fatto centro, fermandosi a 3 reti, firmate tutte al Metropolitano, in 14 partite.

STRISCIA POSITIVA

L’Atletico, senza Savic squalificato, stasera cerca di riabilitarsi (Simeone è 4°, come Di Francesco, ma a 10 punti dal Barça) e al tempo stesso di tornare in corsa per gli ottavi. La Roma, invece, punta a entrarci senza aspettare la gara all’Olimpico contro il Qarabag, come gli accadde già nel 2001 con Capello, finendo dietro al Real Madrid, e nel 2007, sempre con Spalletti, chiudendo seconda dopo il Manchester United. La promozione vale quasi 15 milioni di euro (lievitano in caso di eliminazione della Juve e/o del Napoli). All’andata la partita più complicata delle 16 stagionali: 10 tiri nello specchio della porta a 1, con Alisson protagonista. Di Francesco arriva a Madrid senza Florenzi, lasciato a casa come previsto per precauzione (infiammazione al ginocchio destro). Gli assenti, contando Karsdorp appena operato, sono 4, con Emerson e Schick che presto dovrebbero tornare in gruppo. Ma il gruppo, come si è visto nel derby, si comporta da squadra a prescindere dagli interpreti. E grazie anche al turnover che rivedremo in Champions. Si preparano a rientrare Peres, Juan Jesus, Pellegrini, Gonalons e Gerson (o Defrel). Se l’Atletico si è spento dopo la sconfitta interna contro il Chelsea, i giallorossi hanno preso il volo proprio dopo il pari di Stamford Bridge, infilando 6 successi di fila (5 in campionato e 1 contro i Blues di Conte). A Londra hanno superato l’esame di maturità. Al Metropolitano, invece, dovranno difendere, con 3000 tifosi al seguito, il primato nel gruppo C, ma anche l’imbattibilità esterna (1 successo e 1 pari in coppa, enplein nelle 5 gare del nostro torneo). E la migliore difesa della serie A, appena 8 reti subite, sarà chiamata a confermare la sua solidità anche quando va in giro per l’Europa. Quest’anno 9 clean sheet in 16 partite, ma dal marzo 2007, successo per 2 a 0 contro il Lione, nelle ultime 11 gare esterne di Champions ha sempre preso gol. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero