L'Italia vuole (e può) partire subito a 200 all'oro. Per il momento sono a quota 199, che è il numero di vittorie olimpiche nella storia sportiva di un'Italia sempre presente...
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MASSIMA CONCENTRAZIONE
Come dovranno avere il massimo della concentrazione sul bersaglio gli altri indiziati del Duecento. I precedenti con numero simbolico sono stati il numero 1 Gian Giorgio Trissino, che in sella al cavallo Oreste vinse il primo oro d'Italia nel salto in alto (misura 1,85) in una piazza di Parigi nella quale era stato costruito il campo ostacoli nel 1900 (c'è chi dice che non fosse lui ma Federico Caprilli, il preparatore dei cavalli e inventore dell'equitazione naturale, il quale, essendo militare ed avendogli i superiori proibito l'espatrio, non poteva figurare presente); il numero 10 dello schermidore Nedo Nadi, che ad Anversa 1920 vinse l'oro in tutte le specialità: al re del Belgio che lo premiava ogni volta, alla terza occasione, quando il sovrano fra l'ammirato e l'annoiato gli disse Sempre lei, signor Nadi!, rispose Con il permesso di Vostra Maestà credo che dovrà premiarmi ancora e così fu. Il numero 50 è di Ondina Valla, vero nome Trebisonda, che a Berlino '36 vinse gli 80 ostacoli e fu la prima donna d'oro d'Italia ai Giochi Olimpici: vinse al fotofinish perché, dicevano le avversarie invidiose, aveva il petto più prorompente. Mario Zanin, ciclista dilettante (ai tempi i professionisti erano banditi dai Giochi) vinse l'oro numero 100 sulle strade di Tokyo 1964. Andò a cento all'oro: ora Nibali ed Aru (diamo un'occhiata anche a Diego Rosa) vanno per il doppio.
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Il Messaggero