Riforma dei campionati, Ghirelli scrive a Casini e Balata: «Tagliare le squadre non basta»

Riforma dei campionati, Ghirelli scrive a Casini e Balata: «Tagliare le squadre non basta»
Una lettera del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha inviato una lettera a Lorenzo Casini, numero uno della Lega di serie A, e a Mauro Balata, presidente di B. Si...

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Una lettera del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha inviato una lettera a Lorenzo Casini, numero uno della Lega di serie A, e a Mauro Balata, presidente di B. Si tratta di un invito a incontrarsi a breve per cominciare ad affrontare il tema della riforma dei campionati e altre questioni riguardanti il calcio italiano. Nella missiva Ghirelli ricorda che «dopo esserci parlati in queste settimane, va fatto un passo decisivo in avanti. Ci dobbiamo provare e farlo con l'intento di riuscirci, perché lo stato di salute del calcio italiano non è dei migliori». E ancora: «Diamoci un calendario di incontri per arrivare a una proposta da consegnare al più presto al presidente della Figc, Gabriele Gravina, e da discutere con tutte le altre componenti del calcio, con la disponibilità di accettare modifiche, cancellazioni, integrazioni». Inoltre, Ghirelli, tra i vari temi, sottolinea quello dei settori giovanili, da rafforzare, proponendo di «lavorare fianco a fianco perché, in futuro, i nostri giovani siano protetti. Ogni Lega dovrebbe programmare un lavoro specifico da attuare in merito alla formazione dei giovani».

In merito alla riforma dei campionati, Ghirelli propone due strade: una proposta «con uno spettro temporale attuativo di tre/quattro anni in modo che gli interessi di breve periodo dei club in organico non siano di ostacolo» o una proposta «da attuare subito, qualora il calcio non potesse aspettare, ma per la quale occorrerebbero risorse finanziarie. Chi parte solo dai numeri non vuole la riforma». La riforma deve essere ispirata - prosegue Ghirelli - a una cultura altamente di sistema: mission dei campionati, sostenibilità economica, regole alla base e poi, solo come ultimo elemento di discussione, il numero delle squadre, Chi parte dai numeri non vuole la riforma, questa è la storia degli ultimi 60 anni. Unica riforma, o meglio autoriforma, è stata quella del 2012 della serie C che si è ridotta da 90 club a 60 club: non abbiamo risolto nulla. O tagliamo tutti i numeri o il taglio delle squadre della C è «una presa per i fondelli».

Per capire questo, bisogna focalizzarci sui dati dell'ultimo Report Calcio Figc: il deficit del calcio italiano è stato pari a circa un miliardo la serie A (20 club), 116 milioni la serie B (20 club), 96 milioni la Serie C (60 club). «Se tagliamo trenta squadre di serie C, potrà diminuire il passivo totale di circa 40 milioni di euro: sarebbe questa la soluzione al problema del calcio italiano? Ma di che parliamo? Dopo aver definito la riforma sui tre punti basilari, la serie C è pronta a discutere sulla riduzione del numero dei club. Logicamente stessa cosa devono fare la A e la B». Infine, altro punto definito cruciale nella lettera è quello della rigenerazione degli stadi e dello sviluppo delle infrastrutture sportive.

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Il Messaggero