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Pubblicata la terza edizione dell'International Transfer Snapshot della FIFA, analisi annuale condotta a pochi giorni dalla chiusura della finestra di mercato, è tempo di bilanci. Nel complesso, ci sono chiari segnali di ripresa del calcio professionistico. Aumento delle operazioni del 16,2% rispetto al 2021 e del 6,9% rispetto ai livelli pre-COVID del 2019.
Il confronto tra entrate e uscite di ogni nazione porta a due conclusioni: i club italiani spendono quasi quanto ricavano, quelli inglesi non badano al portafoglio, e in Francia (leggasi Psg) si acquista a oltranza. Nella classifica delle prime dieci nazioni per numero di trasferimenti in entrata comanda l'Inghilterra con 422 operazioni, settima l'Italia con 316. Piazzamento analogo per i due Stati anche nell'elenco dei trasferimenti in uscita (515-331). Ma ad interessare sono soprattutto le spese per i trasferimenti. Primi sempre gli inglesi, con un totale di 1 miliardo e 890 milioni di dollari. Al secondo posto proprio l'Italia: 549 milioni di dollari spesi contro i 541 incassati (terzo posto dopo Francia, 617, e Germania, 560), sorprendono invece i club d'oltremanica: solo quarti per entrate.
Tanti svincolati, pochi acquisti
Interessanti i dati sulla tipologia di trasferimenti: il tetto massimo al numero dei prestiti si è riflesso sulla distribuzione della tipologia delle cessioni. Alta percentuale di svincolati ingaggiati (58,5%). Quasi il 17% dei trasferimenti è stato a titolo definitivo, il 12.5% in prestito (la quota dei titoli temporanei era in genere intorno al 14%), e poco meno quella di ritorno dai prestiti.
Calcio femminile
Infine un riferimento curioso sul calcio femminile. La Fifa conferma che i trasferimenti di giocatrici a contratto scaduto hanno rappresentato la quota maggiore: l'87% del totale. Il 6% sono i trasferimenti a titolo definitivo, il 4.2% prestiti, e il 2.8% i ritorni dal titolo temporaneo.
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