Pieno dramma, anzi melodramma. Tifosi in palese sbandamento, squadra altrettanto, giornali in apnea. Sembra un’operona lirica e invece è il Real Madrid, il club...
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L’INIZIO DEL TRAMONTO
Così la stampa spagnola ripete da martedì notte quattro parole spesso tragiche, specie se abbinate al Real: ovvero: fine di un ciclo. Tuttavia il tramonto dell’impero dei blancos è cominciato nel giorno esatto in cui Cristiano Ronaldo ha salutato la Spagna ed è planato a Torino. Per cui bisogna risalire alla scorsa estate e non certo alla partita contro gli olandesi, che ha mostrato una squadra orientata verso il futuro e un’altra (il Real, per capirsi) ripiegata, alla ricerca di un’identità perduta, del tutto priva di un qualsiasi orizzonte futuro. Nella notte, come si diceva, il presidente Florentino Perez ha riunito i dirigenti per una riunione che è rotolata fino all’alba. E già dopo la partita il presidente ha avuto anche una lunga e profonda chiacchierata con Solari. Come si può immaginare, Perez è furibondo: vorrebbe cacciare Solari immediatamente e, soprattutto, non può tollerare l’idea che il Madrid non abbia più la possibilità di vincere mezzo titolo stagionale già all’inizio di marzo.
I NOMI
Di nomi legati a possibili sostituti tutti hanno una lunga lista: che parte da Guti e arriva a Pochettino, passando per Klopp, Mourinho, Allegri e Zidane. Insomma un disegno esatto non esiste. Ed è forse questo il grande (e grave) peccato della squadra e della società: non aver saputo cambiare, prima di essere obbligata a farlo.
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Il Messaggero