Football americano, coach Gruden si è dimesso dopo le accuse di omofobia

Un contratto di dieci anni, sottoscritto solo nel 2018 e da 100 milioni di dollari, che non verrà onorato: Jon Gruden, head coach dei Las Vegas Raiders, lascia la sua...

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Un contratto di dieci anni, sottoscritto solo nel 2018 e da 100 milioni di dollari, che non verrà onorato: Jon Gruden, head coach dei Las Vegas Raiders, lascia la sua squadra di Nfl perché travolto dalle accuse di razzismo, omofobia e misoginia. Il passo indietro da parte del capo allenatore, arriva dopo la bufera scatenata dal New York Times. Il giornale statunitense ha riportato email inviate da Gruden dal 2011 al 2018, quando era analista per Espn, a Bruce Allen, l'allora presidente del Washington Football Team con contenuti inaccettabili.

«Mi sono dimesso da Head Coach dei Las Vegas Raiders», ha scritto su Twitter. «Amo i Raiders e non voglio essere una distrazione. Grazie a tutti i giocatori, gli allenatori, lo staff e i fan di Raider Nation. Mi dispiace, non ho mai voluto ferire nessuno», ha concluso.

 

Accusato di razzismo, omofobia e misoginia, Gruden si è dimesso da head coach dei Las Vegas Raiders

Cosa è successo, però, nello specifico? La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono state le rivelazioni del Wall Street Journal. Nel 2011, l'ex head coach scriveva in merito all'apparizione del direttore esecutivo della Nfl Players Association, DeMaurice Smith: «Ha le labbra grandi come pneumatici Michelin». E sì, si è scusato pubblicamente, ma quelle parole non sono state le uniche scritte da Gruden che hanno fatto scoppiare la bomba. A passare sotto il suo tritacarne è stato anche Michael Sam, primo giocatore a dichiararsi omosessuale, e il commissioner della lega, Roger Goodell, dicono da Espn. Una cosa che stride soprattutto perché i Raiders impiegano l'unico giocatore attivo apertamente gar, il defender Carl Nassib. Se non bastasse, poi, il Times ha riferito che anche alla National Football League sono arrivate missive poco carine per arbitri donne e, ancora, giocatori gay con mittente l'allenatore.

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Il Messaggero