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Il momento è uno dei più delicati che Di Francesco ha vissuto da allenatore della Roma. Domani si giocherà la panchina contro il Porto e il messaggio del tecnico è chiaro: «Non gioco io, non è la partita di Di Francesco. Non dirò chi giocherà domani perché voglio decidere alla fine e vedere le facce dei giocatori per fare questa grande battaglia». Ecco le parole del tecnico.
Come giocare la partita. «Non lo dico pubblicamente. È una partita lunga, per loro c’è un gol di differenza e dovremo essere bravi a difenderlo. Sarà fondamentale fare una grande fase difensiva. Il resto verrà da se».
Florenzi alto. «Tutto è possibile, i ragazzi sanno che devono essere preparati a giocare da un momento all’altro. Non sanno la formazione, abbiamo preparato la partita con tutti, non dirò chi giocherà domani perché voglio decidere alla fine e vedere le facce dei giocatori per fare questa grande battaglia».
Momento difficile. «Da quando mi sono seduto sulla panchina della Roma è sempre un momento difficile. Io voglio riportare l’attenzione non al futuro di Di Francesco, ma alla Roma. L’interesse del romanista è che la Roma passi, al di là di chi sia l’allenatore. Il pensiero non va a me stesso, ma ai miei ragazzi per far passare il turno alla Roma. Domani non gioco io, non è la partita di Di Francesco. Credo che la gente non capisca che domani scenderà in campo la Roma, i discorsi fanno parte del mio lavoro sapendo che sarà una partita importantissima».
Gli errori nel derby. «Ovvio che è essere supportato è fondamentale, essere sopportato no. Metterà in campo i giocatori che decido io e che possano fare prestazioni di alto livello come quelle dell'anno passato in Champions».
Sousa in tribuna. «Non mi darebbe fastidio, un conto sono le dichiarazioni, un conto è vedere partite in giro che fa parte del nostro lavoro e potrebbe accadere anche a me. Poi dipende da quello che si è e da come si ci pone in un contesto di lavoro. Perché c’è?».
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Il Messaggero