“Bidone” a Roma, idolo assoluto a Porto Alegre. Renato Portaluppi entra nella storia come il primo brasiliano che riesce a vincere la Coppa Libertadores, trofeo che...
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Non solo: il Gremio raggiunge lo stesso Santos e il San Paolo a livello di albo d'oro, nel senso che, in tutto il calcio brasiliano, solo a queste tre squadre è riuscito il “tri”, cioè la conquista per tre volte del titolo continentale. Così mentre a Porto Alegre la parte “gremista” continua a festeggiare ininterrottamente dalla notte scorsa, e a irridere i “cugini” dell'Internacional costretti quest'anno a giocare in serie B (dove, peraltro, hanno ottenuto la promozione), il presidente Romildo Bazan annuncia che a Renato Portaluppi verrà eretta una statua, nei pressi dello stadio “Arena do Gremio” «per venire incontro ai desideri della nostra torcida – ha spiegato - e perché nessuno più di lui lo merita». Se il “Tricolor” gaùcho dovesse poi vincere anche il Mondiale per club, come al Renato calciatore riuscì sempre nel 1983 con la doppietta di Tokyo all'Amburgo, allora Portaluppi rischia di essere “santificato”, Real Madrid e CR7 permettendo.
Ma grande protagonista di questo trionfo è stato anche l'attaccante Luan, oro olimpico con la Seleçao a Rio 2016, a segno nella finale di ieri e mattatore del match. Aveva visto bene la Sampdoria, che la scorsa estate lo aveva inseguito a lungo, prima di mollare a causa della richiesta di 20 milioni di euro fatta dal Gremio. Ora ne vale 40 e stava per pagarli lo Spartak Mosca, ma il giocatore aveva fatto sapere che in Russia non sarebbe andato. Mai scelta fu più felice, per la gioia della torcida gremista. Intanto per festeggiare Luan si è tinto i capelli di azzurro: li terrà così fino al Mondiale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero