«Abbiamo giocato 90 minuti contro una piccola squadra che cercava solo di difendersi». È la frecciata che il tecnico del Manchester City, Manuel Pellegrini, ha lanciato al...
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«È come se avessimo giocato contro lo Stoke», è la provocazione del cileno, che ha paragonato il Chelsea alla formazione che ha sconfitto i 'Citizens' a fine agosto. «È stato molto difficile per noi segnare ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Il risultato non rispecchia ciò che le due formazioni hanno fatto nei 90 minuti -ha continuato Pellegrini-. Non è un mio compito analizzare ciò che fa il Chelsea. Io sono contento perché la mia squadra ha giocato sempre nello stesso modo cercando di segnare e di non concedere occasioni in contropiede quando si è trovata in inferiorità numerica«, ha detto riferendosi all'espulsione di Zabaleta che ha lasciato il City in 10 uomini nel secondo tempo. »Abbiamo continuato a giocare con la stessa ambizione. Batterci -ha concluso- sarà difficile per tutti«.
Lo Special One ribatte storpiando il suo nome in 'Mr Pellegrinò, invitandolo a guardare in casa propria e storpiando un paio di volte il suo nome, un trattamento che il portoghese in passato aveva già riservato ad altri suoi 'nemicì: «Mr Pellegrino - ha affermato il tecnico di Setubal - dice spesso che non parla mai di me e della mia squadra, eppure continua a farlo. Io invece faccio quello che lui dice. Non commento le sue parole e non chiedetemi di farlo. Non mi interessano». Stesso discorso quando gli è stato chiesto di Frank Lampard, storico ex del Chelsea che ieri ha firmato il pareggio per il City: «Non parlo dei giocatori di altre squadre. Parlare di Frank per me significa parlare del mio passato con lui e del giocatore che era, di quello che ha significato nella mia carriera - ha sottolineato Mourinho -. Non mi stancherò mai di parlare di questo, ma ora lui è un giocatore del City e mister Pellegrino, invece di parlare dei giocatori delle altre squadre, dovrebbe parlare di Lampard». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero