Paulo Fonseca bloccato a Kiev con la famiglia: «Mi hanno svegliato le esplosioni. Impossibile lasciare il paese»

Paulo Fonseca bloccato a Kiev con la famiglia: «Mi hanno svegliato le esplosioni. Impossibile lasciare il paese»
Paulo Fonseca racconta la guerra da Kiev. L’ex tecnico della Roma si trova nella capitale ucraina, Paese sotto attacco delle forze militari russe: «Ciao a tutti, siamo...

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Paulo Fonseca racconta la guerra da Kiev. L’ex tecnico della Roma si trova nella capitale ucraina, Paese sotto attacco delle forze militari russe: «Ciao a tutti, siamo a Kiev, io e la mia famiglia, è vero. È un momento difficile, per me la guerra è inaccettabile», ha detto il portoghese. Fonseca si trova a Kiev assieme alla moglie Katerina Ostroushko e al figlio Martin: «Credo che la pace vincerà, dobbiamo crederci in maniera forte. Ho ricevuto tanti messaggi dal Portogallo e dall'Italia. Ringrazio tutti per il pensiero che avete avuto per me e per la mia famiglia. Spero di rivedervi presto tutti, un abbraccio». Fonseca è sposato con Katerina che ha conosciuto nel 2017 quando era allenatore dello Shakhtar, lei è stata una presentatrice e conduttrice televisiva, ha lavorato il ruolo di addetto capo dell’ufficio stampa del magnate ucraino Rinat Akhmetov e ha lavorato per Ukraine un grande gruppo editoriale ucraino.

Il tecnico in un’intervista al sito Jn.pt ha poi raccontato la sua esperienza: «Mi sono svegliato alle cinque del mattino con cinque esplosioni di seguito. Avevo un volo in programma per oggi, ma ora è impossibile uscire dal Paese, perché gli aeroporti sono già distrutti e lo spazio aereo è stato chiuso», ha detto ancora il portoghese. «Al momento, puoi lasciare Kiev solo via terra e tutti stanno cercando di scappare a Leopoli, una città vicino alla Polonia. Le strade sono completamente ferme, perché è impossibile spostarsi con così tante macchine. Le code sono enormi. E poi non c'è più benzina. Non ci resta che pregare che non cada una bomba accanto a noi. Sinceramente non so come uscirò da qui». 

Fonseca e la sua famiglia si trovano in un hotel di Kiev in cui c’è anche lo Shakhtar Donetsk: «Nel cielo volano diversi aerei militari in continue manovre. Questo è il giorno peggiore della mia vita. Ci sono file enormi nei supermercati, la gente compra di tutto. Non è rimasto molto».

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Il Messaggero