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Da bambino per giocare a calcio (e per non camminare scalzo) cercava le scarpe in una discarica in Nigeria. Adesso salta, in altissimo: a 2,52 metri a voler essere precisi. È la vetta dove Victor Osimhen si è spinto per arrivare di testa sul pallone che ha regalato l'1-0 al Napoli contro il Torino e soprattutto l'ottava vittoria consecutiva agli azzurri. «Un super bomber, uno dei migliori al mondo», aveva detto Spalletti dopo la doppietta al Leicester. Ma da quella trasferta in Inghilterra, Victor non si è più fermato. Anche grazie alla "cura" dell'allenatore toscano, che nella sua carriera ha sempre valorizzato i suoi attaccanti. Ma con Osimhen è ancora più maniaco dei particolari, perché sa di avere in mano una gemma. Scherza fuori dal campo, anche sui look particolarmente eccentrici con cui si presenta a Castel Volturno. Ma in allenamento e in partita pretende il massimo: gli spiega i movimenti, lo riempie di consigli, si ferma a fine seduta per calciare in porta e alterna bastone e carota.
Le passioni (e i sacrifici) di Osimhen
I compagni spesso ci scherzano su, ma i vestiti griffati sono veramente una delle sue grandi passioni: da Versace a Gucci e Balenciaga, Victor indossa tute, scarpe (a casa ne ha centinaia) cappelli e pantaloni impossibili da non notare. Tutti gli vogliono bene anche perché conoscono il suo passato: ha perso la mamma quando aveva 6 anni, la sua immagine del profilo di Instagram è proprio un volto di lei, a cui dedica tutto ciò che fa in campo. Poi ha dovuto dire addio anche al papà e per crescere fratelli e sorelle vendeva acqua per strada o tagliava l'erba di alcune case.
Il suo è un riscatto, sociale e di vita. Ma forse era tutto scritto nel destino, visto che Osimhen vuol dire «Dio è buono». C'è fede (tanta) nella sua rincorsa al successo. Ma anche sacrifici e tenacia. «Vengo da dove non c'è speranza», ha detto in un'intervista, ricordando la città da cui ha vissuto l'infanzia, Olusosun.
La pizza e la beneficenza: a Napoli è un idolo
Vive a Posillipo, dove passano quasi tutti i calciatori del Napoli. Una famiglia sua la sogna ma ancora non ce l'ha. I napoletani si sono innamorati del suo cuore d'oro: quando può tra i semafori della città fa dei regali, silenziosi, a chi è in difficoltà. Proprio come il compagno e amico Koulibaly. Adora la pizza a portafoglio, quella da "street food" piegata in quattro e mangiata camminando per strada. "Condivide" il parrucchiere con Pogba e Nainggolan, due che in quanto a look non sono secondi a nessuno. Adora la Costiera e Capri e quando è arrivato a Napoli inizialmente frequentava quasi solo un locale di kebab nella zona della stazione. Ora però è più che mai sotto i riflettori. Quelli che si è guadagnato, e adesso si gode. Sognando in grande, come non ha mai smesso di fare.
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