Milano e Cortina corrono lanciate e unite verso il 2026. I Giochi invernali non sono più una chimera ma cominciano a prendere una forma ben definita. E pazienza se...
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Euforia in partenza che bisognerà mantenere fino all’arrivo: la sessione del Cio di settembre 2019 quando verrà effettuata la scelta. Quasi sicuramente non si farà più a Milano visto che il Comitato internazionale ha ribadito che non può essere effettuato in una città che è anche candidata. Entro l’11 gennaio bisognerà presentare il piano dettagliato con tanto di cifre sulla copertura dell’evento. Il Governo ha ribadito il suo no al finanziamento, almeno fino all’assegnazione. Lombardia e Veneto sperano in un ripensamento, «Ha da passa’ ‘a nuttata», scherza il governatore Zaia. «E’ importante che in questa fase supporti la candidatura», il pressing di Samaranch jr. «Potrebbero esserci cambiamenti» dice sibillino, Malagò. Intanto è già stato messo a punto un piano molto dettagliato per coprire i 370 milioni di garanzia. Una garanzia che non sarà una fideiussione ma piuttosto un impegno politico. Una sorta di affidavit. Le spese operative saranno interamente coperte dalle principali fonti di ricavo, a partire dal contributo del Cio, per passare poi alle sponsorizzazioni private, i biglietti, il merchandising e le vendite delle licenze di utilizzo del marchio. Milano e Cortina sono d’accordo praticamente su tutto (saranno coinvolte anche la Valtellina e la Val di Fiemme). Bisogna solo mettere nero su bianco. Nessuna rivelazione sul dossier per non dare vantaggi alle avversarie. Di sicuro la cerimonia d’apertura sarà a Milano (un villaggio sarà costruito anche a Livigno), lo sci sarà tutto a Cortina, una mediazione per avere anche il curling.
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Il Messaggero