Due soli positivi. Ma nessun sospiro di sollievo. Si resta con il fiato sospeso. Al Napoli temono che nelle prossime ore possano spuntarne molti altri. D’altronde dopo il...
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I DUBBI
La lega di A giovedì ha preso una decisione molto chiara: solo se una squadra ha almeno dieci positivi può rinviare la partita. Ma una sola volta soltanto nel corso della stagione. L’altra discriminate è avere a disposizione 13 giocatori di cui un portiere. Un modo per responsabilizzare i club. L’accento è stato posto proprio sui comportamenti che i singoli calciatori e quindi di riflesso i club devo tenere. Inoltre il numero così alto è stato fissato proprio per evitare continui rinvii che metterebbero a serio rischio il campionato stretto tra date e pochissimi slot per recuperare. Il contagiato-infortunato è un escamotage per andare avanti ma non dà proprio garanzie di regolarità. E qualcuno storce già il naso perché 8 giocatori sarebbero comunque tantissimi ma non sufficienti. Come si affronta così una gara? Si va avanti ma la regolarità resta al limite. E poi la nuova regola non mette a riparo la serie A. Anzi il rischio che dal focolaio Genoa possa nascere una catena di contagi è altissimo. Basti pensare che 8 dei rossoblù risultati poi positivi sono scesi in campo (tra titolari e subentrati) contro il Napoli. Ora potrebbe succedere lo stesso con la Juventus. La pausa delle Nazionali poi amplifica la paura dei presidenti, viaggi e protocolli differenti. E gruppi squadra diversi che si mischiano tra loro. La ripresa del campionato, nonostante le due settimane che regalano ossigeno e tempo per negativizzare i positivi, lascia tutti con il fiato sospeso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero