Napoli, oggi i tamponi della verità ma la serie A rischia una catena di contagi

Napoli, oggi i tamponi della verità ma la serie A rischia una catena di contagi
di Emiliano Bernardini
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Sabato 3 Ottobre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 10:10
Due soli positivi. Ma nessun sospiro di sollievo. Si resta con il fiato sospeso. Al Napoli temono che nelle prossime ore possano spuntarne molti altri. D’altronde dopo il primo ciclo erano risultati tutti negativi. Ora i primi casi. Un po’ come accaduto al Genoa che ora ne conta ben 19, ieri gli ultimi tre: Petar Brlek e Miha Zajc e un collaboratore tecnico. I tamponi fatti ieri a Castel Volturno, invece, hanno evidenziato i contagi per Piotr Zielinski e un membro dello staff. Il polacco è asintomatico, è stato messo subito in isolamento, ma sia ieri sia nei giorni scorsi si è allenato regolarmente con i compagni, non essendo prevista dal protocollo la quarantena in attesa dell’esito degli esami. Ma c’è di più perché contro il Genoa, Zielinski è stato schierato titolare, ha segnato il gol del raddoppio e sommerso dagli abbracci dei compagni. La trasferta contro la Juventus non è a rischio. Per il momento. Tutto dipenderà dal risultato delle analisi odierne. Che dovrebbero arrivare nel tardo pomeriggio in modo da decidere quando partire per Torino. La forte preoccupazione in casa Napoli è dettata anche da 4-5 tamponi che non hanno dato un esito chiaro. «Capita frequentemente che il test non dia un risultato e quindi siamo costretti a ripeterlo» ha sottolineato Giuseppe Portella, professore di patologia clinica alla Federico II e membro dello staff che segue gli esami del Napoli. In via precauzionale, tutti i giocatori di Gattuso non sono stati inseriti nella lista dei convocati calciatori dell’Italia in attesa di verificare gli sviluppi del quadro epidemiologico. Ma come detto, a meno di un focolaio anche nel Napoli, domani il big match contro la Juve si giocherà. 

I DUBBI
La lega di A giovedì ha preso una decisione molto chiara: solo se una squadra ha almeno dieci positivi può rinviare la partita. Ma una sola volta soltanto nel corso della stagione. L’altra discriminate è avere a disposizione 13 giocatori di cui un portiere. Un modo per responsabilizzare i club. L’accento è stato posto proprio sui comportamenti che i singoli calciatori e quindi di riflesso i club devo tenere. Inoltre il numero così alto è stato fissato proprio per evitare continui rinvii che metterebbero a serio rischio il campionato stretto tra date e pochissimi slot per recuperare. Il contagiato-infortunato è un escamotage per andare avanti ma non dà proprio garanzie di regolarità. E qualcuno storce già il naso perché 8 giocatori sarebbero comunque tantissimi ma non sufficienti. Come si affronta così una gara? Si va avanti ma la regolarità resta al limite. E poi la nuova regola non mette a riparo la serie A. Anzi il rischio che dal focolaio Genoa possa nascere una catena di contagi è altissimo. Basti pensare che 8 dei rossoblù risultati poi positivi sono scesi in campo (tra titolari e subentrati) contro il Napoli. Ora potrebbe succedere lo stesso con la Juventus. La pausa delle Nazionali poi amplifica la paura dei presidenti, viaggi e protocolli differenti. E gruppi squadra diversi che si mischiano tra loro. La ripresa del campionato, nonostante le due settimane che regalano ossigeno e tempo per negativizzare i positivi, lascia tutti con il fiato sospeso.
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