Piloti si nasce, non lo si diventa. La distinzione non è formale, anche perché quella passione, quella velocità, quella capacità di saper raggiungere...
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Un elemento importante questo, sopratutto in situazioni come quella di Silverstone.
«Quello è stato un weekend complicato. Domenica i piloti, senza esser chiamati, si son ritrovati spontaneamente negli uffici dell'IRTA e hanno stabilito di non correre. Siamo stati subito d'accordo. Le polemiche sulle ispezioni? Abbiamo controllato il circuito anche con Crutchlow ed era tutto ok. I problemi sono giunti in occasione della gara di Formula 1. Silverstone è un circuito storico, dovevano esser loro a pensarci. Le faccio un esempio. Se noi facciamo un'ispezione ed è tutto in ordine, poi corrono, non so, i camion, e dopo torniamo e troviamo la pista distrutta, la responsabilità di rimettere in ordine la pista è del tracciato».
Dalla pioggia di Silverstone al sole di Misano: che stagione è quella che arriva in Romagna?
«Marquez sta dominando il campionato, ma ogni corsa è appassionante. Lorenzo ha trovato finalmente il giusto feeling con la Ducati, Dovizioso è sempre presente in vetta e non dimentichiamoci Valentino Rossi. È incredibile la sua forza di volontà a questa età».
Rossi giocherà in casa a Misano. A Silverstone la Yamaha sembrava tornata competitiva...
«Gli ultimi test di Aragon sembra siano stati d'aiuto per sistemare i problemi elettronici. Certo, se la Yamaha sarà competitiva, non da meno saranno Honda e Ducati. Sarà una grande lotta. Attenzione anche ad Aprilia, nei test svolti qui sono andati bene».
Parliamo di Marquez. È giusto definirlo ormai maturo e non più scavezzacollo?
«Non è più un ragazzino, è diventato un uomo. È più calcolatore: intendiamoci, rimane sempre molto aggressivo, e se c'è da rischiare rischia, ma ora è più calcolato il suo margine. E poi, è un innovatore: ha portato lui la guida con il gomito. Ora ha inventato questa tecnica per salvarsi dalle cadute. Tra 5-6 anni tutti i piloti riusciranno ad emularlo».
In Ducati la competizione Dovizioso-Lorenzo ha portato più benefici o problemi?
«È uno stimolo per entrambi. Jorge vuole dimostrare cosa ha perso Ducati e dimostrare di essere forte. Dovizioso è molto veloce, si è giocato il mondiale e quest'anno vuole confermarsi. La Desmosedici poi, è una delle moto più competitive del campionato. È vero, tra Lorenzo partito in sordina e qualche errore di Andrea la situazione non è rosea per vincere il mondiale, ma i campionati sono sempre difficili. Sopratutto se devi combattere con Marquez». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero