Paulo Fonseca si è esposto per farlo restare a Roma, perché Henrikh Mkhitaryan lo ha conquistato con il modo di giocare e la personalità. Un giocatore...
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L’attaccante ricorda anche un aneddoto relativo al suo arrivo nella Capitale: «Gli italiani con la loro mentalità sono molto simili agli armeni ed è una cosa buona per me perché mi trovo molto bene con loro e mi rende la vita più facile. Di cose divertenti ne sono accadute, la prima è stata mentre stavo prendendo il volo, il 2 settembre, per viaggiare da Londra a Roma. Ero seduto in aereo e l’assistente di volo è venuto da me e mi ha chiesto: “Hai già firmato con la Roma?” e io gli ho risposto: “Beh, come vedi sto andando a Roma a vedere se firmare o meno”. Quando sono sceso dall’aereo c’erano tantissimi giornalisti e ho chiesto all’ufficio stampa della Roma: “Non ho ancora firmato, perché c’è tutta questa gente con le telecamere che si aspetta che dica qualcosa sulla Roma?”. E mi ha risposto che l’Italia va pazza per il calcio, quindi sarei dovuto essere pronto per queste cose. Forse ora la storia non è così divertente ma comunque ti dice molto: ero in una situazione in cui io stesso non sapevo se avrei firmato o meno con la Roma, ma tutti già lo davano per scontato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero