«Non sarei mai andato per vie legali con il club della mia vita, quindi resto al Barcellona». Lionel Messi rompe il silenzio e annuncia la sua decisione,...
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Dal pesante ko contro il Bayern Monaco in Champions League (»sapevamo che era un rivale molto duro, però non che potesse finire in quel mondo, dando quell'immagine così brutta per il club e per il barcelonismo«) all'invio del fatidico burofax con il quale Messi ha messo nero su bianco la sua volontà di lasciare il Barcellona. »Il burofax era per rendere la cosa ufficiale - spiega l'argentino - Durante tutto l'anno ho detto al presidente che volevo andar via, che era il momento di andare in cerca di nuovi obiettivi e nuove esperienze. Lui mi ha sempre detto: 'Ne parleremo, non ora, etc'... Ma niente. Inviare il burofax era per ufficializzare che volevo andare via e che non avrei utilizzato l'opzione per un altro anno. Se non lo avessi inviato era come se non fosse successo nulla. Quello che hanno detto - le parole di Messi - è che non l'ho comunicato prima del 10 giugno, ma eravamo nel mezzo delle competizioni e non era il momento. Non volevo litigare con il club«. La decisione di lasciare Barcellona vissuta come una »dramma« dalla famiglia Messi, »tutta la famiglia è scoppiata a piangere. Volevo competere ai massimo livelli, vincere titoli, competere in Champions League. Puoi vincere o perdere, perché è molto difficile, ma devi competere. Almeno competere e non crollare come a Roma, Liverpool, Lisbona. E questo mi ha portato a pensare di voler andar via«.
Messi spiega il nodo della clausola: »Ero sicuro che fossi libero di andar via, il presidente ha sempre detto che alla fine della stagione potevo decidere se restare o meno. Adesso si aggrappano al fatto che non l'ho detto prima del 10 giugno, quando è chiaro che il 10 giugno eravamo in corsa per La Liga nel mezzo di questo tremendo coronavirus che ha alterato tutta la stagione. E questa è la ragione per la quale resterò al Barcellona. Resterò perché il presidente mi ha detto che l'unico modo di andar via è pagare la clausola di 700 milioni di euro, e questo è impossibile. C'era un altro modo ed era andare in tribunale. Ma non farei mai causa al Barcellona perché è il club che amo, che mi ha dato tutto, è il club della mia vita«.
»Pensavo che fosse il momento di farsi da parte. Credevo che il club avesse bisogno di gente più giovane, di gente nuova, e pensavo che si stava per concludere la mia avventura al Barcellona con grande dispiacere, perché ho sempre detto che avrei voluto chiudere qui la mia carriera. È stato un anno molto complicato, ho sofferto molto durante gli allenamenti, nelle partite, nello spogliatoio. Era diventato tutto molto difficile per me. Ho pensato di andare in cerca di nuovi obiettivi, di aria nuova. Il presidente mi ha sempre detto che alla fine della stagione avrei potuto decidere se andarmene o se restare e alla fine non ha mantenuto la sua parola«.
Prima dell'annuncio una nota legale a firma del padre in cui sembrava ancora rottura, contro la Liga e il sostegno al Barca sui 700 mln: »La clausola non vale« avevano ribadito. Messi riparte dal Barcellona e il Barcellona riparte da Messi. »Continuerò al Barça e il mio atteggiamento non cambierà - ha aggiunto -. Farò del mio meglio. Voglio sempre vincere, sono competitivo e non mi piace perdere«. Pep Guardiola e il City devono aspettare.
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Il Messaggero