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Se la sostituzione di Tammy Abraham dopo la rottura del legamento crociato appare la priorità sul mercato della Roma, non vanno sottovalutati nemmeno i problemi (atavici) che il club ha sulle fasce. Nella passata stagione si sono alternati quattro calciatori: Celik, Karsdorp, Zalewski e Spinazzola.
E in momenti di emergenza anche El Shaarawy (contratto in scadenza al 30 giugno) ha dovuto retrocedere a quinto di centrocampo a sinistra. Nessuno di loro ha doti difensive, per questo Mourinho solo raramente ha potuto adottare la difesa a quattro, lo ha fatto solo contro squadre mediocri e dalla scarsa capacità di affondare. Come pensa di aggirare il problema Tiago Pinto? Tornando sul mercato e provando a vendere chi non ha dato garanzie. Uno su tutti è Karsdorp, reduce da un campionato di alti e bassi, infortuni e una durissima lite con Mourinho («È un traditore», ha detto il tecnico).
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Sarebbe voluto andare via a gennaio, ma nessun club era disposto a spendere i 15 milioni che la Roma avrebbe voluto incassare. In estate il gm ci riproverà, ma la cifra resta comunque proibitiva anche alla luce del recente infortunio al ginocchio che lo ha tenuto in infermeria per tre mesi. Quasi impossibile cederlo, qualche possibilità ci sarà con il prestito oneroso con diritto di riscatto, operazione che non consentirà di investire con decisione sul reparto.
Non solo Karsdorp in uscita
In bilico anche Spinazzola, il cui contratto scadrà a giugno 2024. Dopo l’infortunio al tendine d’Achille non è più tornato l’esterno dell’Europeo, lui vorrebbe il rinnovo, ma Pinto sta prendendo tempo con la speranza di riuscire a piazzarlo all’Inter. Restano Zalewski e Celik. Il polacco è un jolly e può giocare sia a destra che sinistra, si è guadagnato la nazionale e ha partecipato al Mondiale in Qatar.
Il turco ha condotto una stagione appena sufficiente. Investire sulle fasce significa anche dare più fluidità alla manovra, aiutare la difesa quando è in difficoltà, levare qualche responsabilità ai centrocampisti e dare più opportunità agli attaccanti di fare gol. Una posizione di campo spesso trascurata, ma che potenzialmente può restituire tanto alle dinamiche di gioco.
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Il Messaggero