Mercato, benvenuti al supermarket internazionale dei tecnici

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Le grandi metropoli del calcio, Londra, Manchester, Madrid, Parigi e Monaco, si interrogano sul futuro delle panchine. Perché, escluso il City con Guardiola, sono tanti i...

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Le grandi metropoli del calcio, Londra, Manchester, Madrid, Parigi e Monaco, si interrogano sul futuro delle panchine. Perché, escluso il City con Guardiola, sono tanti i big club che a fine stagione potrebbero cambiare il volto del condottiero, stuzzicati anche dalla presenza degli illustri nomi in sala d’attesa: Carlo Ancelotti e Luis Enrique. Ma è il divorzio annunciato tra Conte e il Chelsea ad aver scaldato il valzer dei pretendenti. «Allegri e Luis Enrique al mio posto? Ho ancora un anno e mezzo di contratto – ha spiegato il tecnico dei blues in conferenza stampa-, ma nel calcio tutto è possibile. Dovranno essere loro nel caso a mandarmi via». 



In realtà, le prove di addio risalgono alla scorsa estate. E solo per una questione ambientale, Abramovich temeva l’insurrezione dei tifosi, la separazione è stata rimandata. Si prospetta così un avvicendamento a Londra (occhio in particolare a Simeone), mentre Conte è già una mina vagante nello scacchiere degli allenatori. Il Psg è una possibilità, ma Al-Khelaifi, in caso di flop europeo di Emery, vorrebbe un amante dello spettacolo: e gli indizi vanno in direzione Zidane e Luis Enrique. Il prossimo ottavo di finale tra Real Madrid e Psg si presenta pertanto come uno spartiacque per il futuro di Zidane ed Emery. L’ex ct della Nazionale, per esempio, potrebbe essere pure un’idea del club spagnolo che, nelle ultime settimane, ha avuto dei contatti con Pochettino. Ma il nome di Conte resta soprattutto attuale in Italia: vuole ritornare. Dove? Il Milan difficilmente potrebbe garantirgli un ingaggio da top coach. Si è sussurrato poi di una seconda avventura in Nazionale, panchina ora molto ambita da Mancini (Zenit San Pietroburgo), che per diventare ct sarebbe disposto a ridursi l’ingaggio. Tornando al Chelsea, nei pensieri di Abramovich scorrono anche i nomi di Allegri e Sarri. Ma il matrimonio tra il tecnico bianconero e la Juve, non solo per il rinnovo fino al 2020, è molto solido.


E a fine stagione potrebbe essere considerato anche un nuovo contratto, visto che per motivi professionali e personali il livornese si vede ancora per tanto tempo a Torino. Dove, tra l’altro, la società continua a soddisfare i suoi desideri, con acquisti fortemente voluti, come quello programmato di Emre Can. Solo una rottura inattesa potrebbe obbligare il ds Paratici a riprendere i dialoghi con Simone Inzaghi della Lazio. O eventualmente a sognare il ritorno dell’ex campione: Zidane. Capitolo a parte merita Sarri. De Laurentiis vorrebbe eliminare la clausola da 8 milioni (valida dal 2 febbraio al 31 maggio) presente nel suo contratto, ritoccando verso l’alto l’ingaggio del toscano. Dal canto suo, l’allenatore azzurro, consapevole della pubblicità internazionale che aleggia attorno al suo nome, ha preferito rimandare qualsiasi decisione a fine marzo. Slittate pure le valutazioni di Mourinho (sul taccuino del Psg) allo United e dello stesso Wenger, con l’Arsenal stregato da Ancelotti. Infine, il Bayern, dopo aver pensato ad Allegri, punta ad un tecnico di lingua tedesca. E in pole c’è Tuchel.
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Il Messaggero