Maratona, cade anche un muro femminile: a Chicago la Kosgei corre in 2h14'04"

Maratona, cade anche un muro femminile: a Chicago la Kosgei corre in 2h14'04"
Sarà stato l'effetto emulazione? Qualcuno se lo chiede dopo aver appreso che a Chicago la 25enne del Kenya Brigid Kosgei, che ha come manager l'italiano Federico...

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Sarà stato l'effetto emulazione? Qualcuno se lo chiede dopo aver appreso che a Chicago la 25enne del Kenya Brigid Kosgei, che ha come manager l'italiano Federico Rosa, è diventata la prima donna della storia ad andare, nella maratona, sotto il muro delle due ore e un quarto, vincendo la gara della "Windy Town" in 2h14'04". E questo all'indomani dell'impresa del connazionale Eliud Kipchoge, l'olimpionico di Rio, che ieri a Vienna aveva corso sotto le due ore, grazie a scarpe speciali e con l'aiuto di una quarantina di lepri.

Un'impresa storica che però non diventerà un record, in quanto non omologabile per le condizioni particolari in cui è stato ottenuto. Quello della Kosgei è invece un primato a tutti gli effetti, che migliora quello, da alcuni ritenuto da leggenda, di Paula Radcliffe nel 2003 a Londra in 2h15'25", e che invece è durato 'solò 16 anni. A voler essere pignoli, si può far notare che il tempo di oggi la Kosgei l'ha ottenuto "scortata" da due maratoneti uomini, ma lo stesso fece a suo tempo la Radcliffe e la Iaaf non ebbe, e non avrà adesso, nulla da eccepire. Il nuovo record diventerà ufficiale, e va sottolineato il fatto che migliora di 1'21" quello precedente, come dire un'enormità in una volta sola. L'atleta del Kenya ha costruito la sua impresa fin dall'inizio, visto che ha corso i primi 10 km in 31'28", quindi ad andatura fuori dai normali parametri, e poi ha continuato su ritmi non alla portata delle altre. La prima metà gara è stata percorsa in 1h06'59", la seconda in 1h07'05", quindi ad andatura pressoché identica, e ha tagliato il traguardo a ritmo di record e a Chicago ha bissato il successo dell'anno scorso. Intanto i libri sulla maratona, tra ieri e oggi, vengono riscritti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero