«Bisogna capire e vedere se la Federcalcio farà questa cosa e soprattutto se normativamente si può fare». Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni...
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L'esclusione della Russia dai Giochi Olimpici di Pyeongchang 2018 è «una cosa eclatante, sconvolgente, terribile, epocale». «Quello che sembrava impossibile di fatto è avvenuto, indubbiamente c'è stata una reazione molto pesante degli incaricati del Cio». Lo ha detto il Presidente sel Coni, in occasione del convegno «Sport e legalità» oggi a Roma. «La dichiarazione di Putin è stata simbolicamente significativa perché di fatto ha detto che non gli va di pregiudicare l'opportunità ai singoli atleti russi puliti di vincere una medaglia» e che possono avere «la loro soddisfazione sul campo» con la bandiera del Cio. Secondo Malagò, «quei signori che hanno barato e manomesso le provette» e gli atleti che non hanno rispettato le regole «hanno influenzato la vita degli altri sportivi». «La medaglia viene restituita, ma non è la stessa cosa», «molti atleti hanno compromesso la loro carriera» a causa di perdita di sponsor e investimenti. In generale, ha osservato il Presidente del Coni, «è una grande sconfitta di tutti in assoluto che ai giochi invernali non ci sia un paese come la Russia e poi in particolare che la classifica di Sochi era completamente artefatta con molte medaglie che vengono restituite, tra cui alla nostra Oberhofer e magari ce ne arriva anche qualche altra». In Italia, ha concluso, sono stati fatti «grandi passi avanti negli ultimi anni» contro il doping destinando maggiori risorse alla lotta: «Oggi gli atleti italiani sanno che rischiare è diventata una follia, è un suicidio. Il messaggio è passato. Fuori confine siamo una best practice da applicare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero