Germania, Loew esclude Boateng, Hummels e Mueller dalla Nazionale

Germania, Loew esclude Boateng, Hummels e Mueller dalla Nazionale
La generazione di fenomeni è stata messa in un cantuccio, la Germania riparte senza alcuni big. L'allenatore della nazionale di calcio tedesca, Joachim Loew, pianifica...

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La generazione di fenomeni è stata messa in un cantuccio, la Germania riparte senza alcuni big. L'allenatore della nazionale di calcio tedesca, Joachim Loew, pianifica infatti di escludere Jerome Boateng, Mats Hummels e Thomas Mueller dalla futura nazionale, a quanto riferisce la stampa tedesca. Secondo Bild l'allenatore oggi è arrivato a Monaco per comunicare loro la notizia personalmente. I tre giocatori del Bayern sono in nazionale dal 2010. Jerome Boateng (classe 1989) ha fatto il suo esordio in nazionale nell'ottobre 2009, Mats Hummels (classe 1988) nel 2010, così come Thomas Mueller (classe 1989).


«Era importante per me spiegare personalmente i miei pensieri e i miei piani ai giocatori», ha spiegato Loew, che ha ringraziato Boateng, Hummels e Mueller per «i molti successi e gli anni straordinari e unici vissuti insieme». Mueller vanta 100 presenze e 38 gol con la Germania, mentre Boateng è a quota 76 presenze (1 gol) e Hummels a 70 (5 gol). Per Loew è arrivato il momento di «impostare la rotta per il futuro, vogliamo dare alla squadra un nuovo volto e sono convinto che questo sia il giusto passo. I giovani avranno lo spazio di cui hanno bisogno per crescere e ora devono assumersi le proprie responsabilità». La decisione è stata appoggiata in pieno dalla Federazione, come sottolineato dal presidente della Dfb Reinhard Grindel: «Accolgo positivamente il fatto che ora Loew stia facendo progressi decisivi nella trasformazione della nostra nazionale -le parole di Grindel-. L'inizio delle qualificazioni a Euro 2020 è il momento giusto per questi cambiamenti». La Germania ospiterà la Serbia in un'amichevole il 20 marzo a Wolfsburg, prima del debutto nelle qualificazioni della rassegna continentale in Olanda il 24 marzo.
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Il Messaggero