Non deve essere stata una sorpresa per Paulo Fonseca vedere che il suo Shakhtar Donetsk non solo ha vinto il campionato ucraino con 14 punti di distacco, ma si è anche...
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I critici del portoghese potrebbero sussurrare che a complicare il cammino dei giallorossi in Europa League sia stata proprio la presenza di Fonseca in panchina, ma in realtà le continue rivoluzioni, divenute una prassi a Trigoria, hanno inciso in maniera considerevole sul rendimento della squadra. Facendo un ragionamento ad ampio respiro e analizzando il parco giocatori di entrambi i club ne esce fuori un quadro in cui l’asticella pende leggermente a favore della Roma, specialmente se si considerano tutti quei calciatori dal buon potenziale ma a cui non è stata data la possibilità di sprigionarlo (Under, Kluivert e Florenzi).
LO STOP
Fonseca ha dovuto fare i conti con lo stop dovuto al Covid-19, una situazione di emergenza che ha coinvolto tutte le formazioni europee, ma che in Ucraina non ha scombussolato più di tanto i piani dei club e la preparazione atletica. Lì, infatti, sono abituati ad avere una lunga sosta da metà dicembre a fine febbraio per via dell’inverno rigido e, per rispettare i tempi delle competizioni europee, sono costretti a cominciare la loro Premier l’ultima settimana di luglio giocando fino a sei partite per tutto il mese di agosto. Una formula che è entrata nel dna delle società ucraine e obbliga gli allenatori a una preparazione atletica differente rispetto a quella tradizionale. Il vantaggio sta nel fatto che, probabilmente, lo Shakhtar è riuscito ad arrivare più allenato alle partite di Europa League, competizione in cui si è fatto strada vincendo contro Wolfsburg (3-0) e Basilea (4-1). In semifinale sarà il turno dell’Inter di Conte che ha a disposizione una squadra nettamente più forte delle precedenti, ma che potrebbe soffrire contro calciatori abituati a partite decisive in questa parte dell’anno. E a proposito di organico lo Shakhtar ha nella rosa dei giocatori che Fonseca ha richiesto alla società: Ismaily, Marlos e Taison. A loro si aggiungono i giovani Tetê (20 anni), attaccante esterno lanciato da Fonseca lo scorso campionato, esploso in questa stagione, e Marcos Antonio (20 anni) centrocampista che ha seguito lo stesso percorso. Con questa tipologia di calciatori, forse, Paulo avrebbe potuto fare meglio in campo internazionale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero