Lo Shakhtar e i suoi interpreti, il credo di Fonseca passa di lì

Lo Shakhtar e i suoi interpreti, il credo di Fonseca passa di lì
di Gianluca Lengua
3 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Agosto 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10:19
Non deve essere stata una sorpresa per Paulo Fonseca vedere che il suo Shakhtar Donetsk non solo ha vinto il campionato ucraino con 14 punti di distacco, ma si è anche qualificato alla semifinale di Europa League dopo essere stato sbattuto fuori dalla Champions ai gironi. Il tutto con il 4-2-3-1 che Castro ha ereditato da Paulo che a sua volta gli è stato tramandato da Lucescu, un segnale di continuità che ha agevolato i lavori del nuovo tecnico. 
I critici del portoghese potrebbero sussurrare che a complicare il cammino dei giallorossi in Europa League sia stata proprio la presenza di Fonseca in panchina, ma in realtà le continue rivoluzioni, divenute una prassi a Trigoria, hanno inciso in maniera considerevole sul rendimento della squadra. Facendo un ragionamento ad ampio respiro e analizzando il parco giocatori di entrambi i club ne esce fuori un quadro in cui l’asticella pende leggermente a favore della Roma, specialmente se si considerano tutti quei calciatori dal buon potenziale ma a cui non è stata data la possibilità di sprigionarlo (Under, Kluivert e Florenzi).

LO STOP
Fonseca ha dovuto fare i conti con lo stop dovuto al Covid-19, una situazione di emergenza che ha coinvolto tutte le formazioni europee, ma che in Ucraina non ha scombussolato più di tanto i piani dei club e la preparazione atletica.
Lì, infatti, sono abituati ad avere una lunga sosta da metà dicembre a fine febbraio per via dell’inverno rigido e, per rispettare i tempi delle competizioni europee, sono costretti a cominciare la loro Premier l’ultima settimana di luglio giocando fino a sei partite per tutto il mese di agosto. Una formula che è entrata nel dna delle società ucraine e obbliga gli allenatori a una preparazione atletica differente rispetto a quella tradizionale. Il vantaggio sta nel fatto che, probabilmente, lo Shakhtar è riuscito ad arrivare più allenato alle partite di Europa League, competizione in cui si è fatto strada vincendo contro Wolfsburg (3-0) e Basilea (4-1). In semifinale sarà il turno dell’Inter di Conte che ha a disposizione una squadra nettamente più forte delle precedenti, ma che potrebbe soffrire contro calciatori abituati a partite decisive in questa parte dell’anno. E a proposito di organico lo Shakhtar ha nella rosa dei giocatori che Fonseca ha richiesto alla società: Ismaily, Marlos e Taison. A loro si aggiungono i giovani Tetê (20 anni), attaccante esterno lanciato da Fonseca lo scorso campionato, esploso in questa stagione, e Marcos Antonio (20 anni) centrocampista che ha seguito lo stesso percorso. Con questa tipologia di calciatori, forse, Paulo avrebbe potuto fare meglio in campo internazionale. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA