Lega Calcio, i club di Serie A scrivono a Vezzali e Malagò contro la riforma della FIGC sullo statuto

In foto: Gabriele Gravina (68), presidente della FIGC
Le società iscritte alla Serie A hanno inviato, nella serata di ieri, una lettera a Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport, e al presidente CONI Giovanni...

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Le società iscritte alla Serie A hanno inviato, nella serata di ieri, una lettera a Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport, e al presidente CONI Giovanni Malagò per esprimere il proprio dissenso riguardo la riforma voluta dal presidente della FIGC Gabriele Gravina sullo statuto e governance della Lega Serie A. I club ritengono infatti che le richieste della Federcalcio «non siano conformi al diritto» e che la Lega non può ricevere limitazioni alla propria autonomia, essendo un'associazione privata, «se non in presenza di motivi di interesse pubblico».

Come riportato dall'ANSA, i club hanno spiegato come la FIGC abbia «adottato alcuni principi informatori contenenti regole, anche organizzative, alle quali pretende che la scrivente Lega conformi il proprio statuto». Una pretesa, quindi, «non conforme al diritto» per due motivi: il primo per «la mancanza dell'indispensabile norma primaria che attribuisca un simile potere normativo a una Federazione», il secondo per la «natura stessa della Lega che è un'associazione di diritto privato, non riconosciuta e quindi dotata del pieno diritto di autodeterminarsi. Tale autonomia non può perciò sortire limitazioni se non in presenza di motivi di interesse pubblico». Inoltre la stessa non potrebbe quindi «interferire nelle scelte che attengono alla vita dell'associazione, come ad esempio imponendo determinati quorum costitutivi e deliberativi, tanto più con riferimento alla ripartizione dei proventi economici dell'associazione e delle sue associate. Quelle scelte
[...] devono poter essere liberamente effettuate dagli associati a loro discrezione, senza imposizioni o condizionamenti dall'alto. Auspichiamo che il tema possa essere affrontato in tempi strettissimi nelle corrette modalità dalle parti interessate».

 

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Il Messaggero