La vittoria adesso manca dall’8 novembre, per questo scende in campo il presidente. Alla vigilia della partenza per Verona, Lotito piomba a Formello, usa toni duri per...
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Ha urlato nello spogliatoio, Lotito non ammetterà un altro passo falso. Sassuolo e Milan hanno lasciato già l’amaro sul palato, nonostante il distacco dal quinto posto dai rossoneri sia rimasto invariato. Appena una lunghezza, ma a tre di distanza c’è persino la sorpresa Parma davanti a Sassuolo e Roma. Cinque squadre in quattro punti, addirittura otto (con Atalanta, Fiorentina e Torino) in cinque, per questo sarebbe folle e letale perdere colpi prima di Natale. Il quarto posto per ora è conservato, l’ambiente pressa senza essere depresso, ma è il momento di rispondere seriamente al Bentegodi adesso. Per fortuna non più un fortino inespugnabile per la Lazio dall’anno scorso. Immobile (tre gol e prima doppietta in carriera) e Milinkovic (alla centesima presenza in biancoceleste) all’89’ sigillarono l’1-2 finale e invertirono un tabù, che durava dai tempi di Reja a febbraio 2014. Il problema è che anche stavolta fra i titolari ci sono importanti defezioni nell’undici.
IL CASO
Era scontata l’assenza di Leiva, torna invece ad essere un caso Luis Alberto, a sorpresa: «E’ un generoso, voleva esserci – spiega Inzaghi – ma dalla partita con il Milan ha sentito un fastidio al pube. Gli esiti degli esami sono stati positivi, ma non l’ho visto libero in questi giorni. Non ci sarà col Chievo, lo abbiamo deciso dopo l’allenamento». Che lo spagnolo ieri ha regolarmente sostenuto. Davvero un peccato perché domenica scorsa per la prima volta il numero 10 aveva giocato alla grande, invece c’è il timore che sia ricascato nel suo blocco mentale. Di cui ora persino Lotito è stufo: a differenza di quanto fa trapelare il ds Tare, il presidente è pronto a cederlo, eccome, di corsa a gennaio. Sperando che il Siviglia, ancora con 30-35 milioni come in estate, sia pronto davvero a riaprire il portafoglio.
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Il Messaggero