Lazio, con il Torino incognita Olimpico Pioli: «Senza tifosi siamo più deboli»

Lazio, con il Torino incognita Olimpico Pioli: «Senza tifosi siamo più deboli»
Il vuoto, il silenzio come gesto d’amore estremo. La curva Nord non ci sarà. Tutti fuori nonostante oggi la Lazio abbia bisogno di una spinta in più per battere il Torino e...

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Il vuoto, il silenzio come gesto d’amore estremo. La curva Nord non ci sarà. Tutti fuori nonostante oggi la Lazio abbia bisogno di una spinta in più per battere il Torino e restare nelle zone alte della classifica, magari sfruttando anche gli scontri diretti tra le altre. La protesta contro la decisione del prefetto Gabrielli di dividere in due la curva per questioni di sicurezza si fa, dunque, più aspra che mai. Il punto verrà tenuto fino a fine anno. Pioli e i suoi ragazzi dovranno tirare fuori tutto il carattere possibile, come sottolinea lo stesso tecnico: «Insieme siamo più forti, senza tifosi siamo sicuramente più deboli». Questo pomeriggio sarà come giocare fuori casa. Un peccato considerando che davanti al proprio pubblico i biancocelesti non hanno mai fallito: sette vittorie su sette. L’Olimpico un fortino inespugnabile dove la Lazio si trasforma tirando fuori grinta e carattere che lontano da casa spesso è l’assente numero uno. All’orizzonte c’è un record da eguagliare che risale alla stagione 1936-37, quando la Lazio di Piola vinse 9 gare consecutive in campionato tra le mura amiche, mentre il record assoluto parla di 12 successi. I granata non sono certo un avversario facile da affrontare. L’Europa League ha restituito molti sorrisi, ma da soli non possono bastare: «Il Toro mette in difficoltà tutti nel campionato italiano e ci costringerà a fare la miglior prestazione possibile. Giocheremo con un centrocampo a tre perché loro partono dal basso. Conosco bene Ventura, è un ottimo allenatore, la sua squadra tiene bene il campo e ha molta fisicità». La difesa non fa certo dormire sonni tranquilli a Pioli e a tutti i tifosi della Lazio.


ZEMANLANDIA
In questo inizio di campionato sono già 13 i gol subiti, cinque in più della passata stagione. Le continue espulsioni di Mauricio, le amnesie di Gentiletti, l’inesperienza di Hoedt e la mancanza di de Vrij non sembrano trovare una soluzione. Il tecnico in settimana ha lavorato molto sui movimenti da fare perché al di là degli errori individuali è il reparto in generale ad andare sempre in sofferenza. In attesa che i meccanismi diventino più fluidi, Pioli però si traveste da Zeman: «La nostra mentalità resta quella di segnare un gol in più degli altri. Per lungo tempo i numeri difensivi verranno condizionati dalle partite con Chievo e Napoli, ora quindi siamo in difficoltà con i gol subiti. Nelle ultime settimane ci sono stati miglioramenti, siamo stati più compatti e determinati».

I NUMERI

Una mentalità che non può lasciare certo tranquilli, soprattutto alla luce dei numeri contro i granata. Quella di domenica sarà la sfida numero 121 nella massima serie. Il Torino è in vantaggio con 37 vittorie, 32 sconfitte e 51 pareggi. Per quanto riguarda gli scontri in casa la Lazio è in vantaggio per 20 a 10, mentre 30 sono i pareggi. L’ultimo successo laziale risale allo scorso anno, casualità si giocò il 26 ottobre. Il Torino invece non vince a Roma dal lontano 1993, quando Silenzi e l'ex Gregucci ribaltarono il vantaggio firmato da Boksic. Sono nove i confronti diretti in campionato tra i due tecnici e i precedenti sono a vantaggio del mister parmense: quattro a due le vittorie e tre pareggi. «Conosco bene Ventura, l'ho affrontato tante volte, ora gioca in modo diverso ma i suoi principi sono riconoscibili. Il Toro tiene bene il campo, è pericoloso sui calci piazzati, sarà una partita complicata». Sfida nella sfida per Matri. L’ex attaccante di Milan e Juventus, infatti, non ha mai segnato al Torino in sette sfide di campionato. Discorso decisamente diverso per Mauri che ha nei granata la sua vittima preferita: in 10 gare non ha mai perso e ha segnato 3 gol. Buoni numeri anche per Anderson, Klose e Candreva, tutti a due reti. I biancocelesti dovranno però fare particolare attenzione a Quagliarella e Amauri che hanno punito tre volte a testa la Lazio.
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Il Messaggero