Lazio, continuità da grande per andare in Champions

Lazio, continuità da grande per andare in Champions
Continuità. La cerca Inzaghi, la invocano i tifosi. Domenica a Firenze la Lazio ha ritrovato la vittoria che in campionato mancava dalla sfida contro il Genoa del 29...

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Continuità. La cerca Inzaghi, la invocano i tifosi. Domenica a Firenze la Lazio ha ritrovato la vittoria che in campionato mancava dalla sfida contro il Genoa del 29 settembre, in trasferta addirittura dalla prima giornata a Marassi il 25 agosto. Stasera contro il Torino servirà proseguire sulla strada dei 3 punti per restare in scia del quarto posto. Attualmente lo occupa il Napoli con due punti di vantaggio, scavalcato da una Atalanta che corre a mille all’ora. Gerarchie stravolte. Oggi si sfideranno e bisognerà approfittarne. Per la Lazio è arrivato il momento di fare la voce grossa e dire la sua. Le partite contro Celtic, in Europa League e Fiorentina in campionato hanno certificato che la Lazio, al di là dei risultati ottenuti, ha carattere. La capocciata di Immobile all’ultimo minuto di una sfida complicatissima deve diventare il simbolo della mentalità da utilizzare in tutte le prossime gare. Vietato buttare altri punti. I biancoceleste ne hanno già lasciati troppi e in modo assolutamente sciocco. Non sarà facile trovare la continutà ma è quella la chiave di volta per dare l’assalto ad una Champions diventata quasi più un incubo che un sogno. Contro il Torino non sarà una gara semplice, i granata puntano molto sulla fisicità. Mazzarri, che non sarà in panchina per squalifica, è già a rischio e ha bisogno di punti per respirare. 

IL CARATTERE 
Negli ultime settimane Inzaghi è stato spesso bersagliato dalle critiche. Certo, i risultati fanno decisamente cambiare opinione ma è indubbio che qualche errore lo ha commesso pure lui. Simone si è sentito accerchiato, le parole del presidente Lotito di qualche settimana fa lo hanno pungolato nell’orgoglio e lui ha reagito. «Con la Fiorentina abbiamo vinto una partita molto importante per noi, ma abbiamo commesso diversi errori. Le critiche? Bisogna accettarle e vederle nel modo giusto. Un allenatore deve andare avanti con le proprie idee cercando di fare meno errori possibili. Si prendono tante decisioni, è importante credere in ciò che si fa e trasmettere questo ai ragazzi». Inzaghi sa benissimo che in questa stagione si gioca molto. A fine anno si tirerà una nuova linea per capire cosa fare. Soprattutto a fine anno si capirà se la Lazio è diventata grande o continua a navigare nell’adolescenza e nell’indecisione. 
TUTTI AGGRAPPATI AL 17

Tutti aggrappati a Immobile. Ciro, con i suoi gol, sta trascinando la squadra e la sta tenendo lì in zona Champions. Dieci gol in campionato, primo posto solitario della classifica marcatori e soprattutto ha raggiunto un mito come Chinaglia tra i bomber di tutti i tempi della Lazio. Ora vuole superarlo. Sopra di lui ci sono Rocchi, Signori e Piola. Vuole tutto. Punta i cento gol e la scarpa d’oro. Più della metà dei gol fatti dalla Lazio portano la sua firma, Inzaghi da ex attaccante sa bene quanto segnare aiuti a segnare ma nell’economia della squadra ha bisogno di «più gol da centrocampisti e difensori perché non si può essere Immobile dipendenti». Ciro non sta benissimo. Tra Europa League e campionato ha accusato un fastidio al ginocchio e un problema muscolare. Lunedì mattina in totale segretezza ha svolto gli esami medici in Paideia che hanno evidenziato uno stato di pre-lesione. Impossibile però farlo riposare. Ciro vuole esserci a tutti i costi contro la sua ex squadra. Sfida nella sfida con il compagno/rivale in Nazionale Belotti. Chiarito anche il quesito legato ai penalty: «Ciro è uil nostro rigorista». Tradotto, da oggi, se sta in campo, li tira tutti lui. Sì, anche al novantesimo.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero