La città corre frenetica verso il derby dei derby di oggi pomeriggio. L’appuntamento capitale è fissato per le ore 18: la Lazio e la Roma si sfideranno allo stadio Olimpico...
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Le due squadre sono in ritiro: intorno alle 16,30 arriveranno in pullman allo stadio, scortate da un mare di mezzi delle forze dell’ordine; e circa quaranta minuti prima del fischio di avvio dell’arbitro Nicola Rizzoli scenderanno in campo per scaldarsi e per saggiare il prato dell’Olimpico. In particolare, la Roma ha trascorso la notte in albergo, considerando che il tecnico Rudi Garcia ha voluto limitare al massimo i rischi legati ai trasferimenti nel traffico pomeridiano (e feriale) romano. Insomma, lasciare Trigoria per scegliere un hotel non lontano dalla zona del Foro Italico potrà senz’altro aiutare a smussare certi spigoli logistici. La squadra stamattina si è dedicata ad un leggero risveglio muscolare: dopo il pranzo e la merenda, Garcia terrà la riunione tecnica. Poi, come detto, subito rotta verso l’Olimpico.
Quanto alle formazioni, Stefano Pioli sembra orientato a schierare un 4-2-3-1 poggiato sul talento di Candreva, di Mauri e di Felipe Anderson, i trequartisti sistemati alle spalle di Klose, l’unica punta. Sul versante giallorosso, con ogni probabilità Garcia proporrà un 4-3-3 trascinato da Florenzi, Totti e Ibarbo.
Esauriti le curve e i distinti, sono attesi 48 mila spettatori. L’apertura dei cancelli dello stadio è prevista alle ore 15, tre ore prima del match. Saranno circa 1.700 gli uomini delle forze dell’ordine che verranno impiegati. Sempre alle 15 verrà disposta la chiusura al traffico delle vie adiacenti all’Olimpico (Lungotevere Cadorna, Ponte duca d’Aosta e Lungotevere Diaz). In curva Nord, con raccolte che vanno avanti da settimane, si preannuncia uno spettacolo «mobile» in stile Borussia Dortmund. Mentre la Sud non esibirà nessuna scenografia in segno di protesta per lo spostamento della stracittadina. «Il mio augurio è che sia l’ultimo derby non giocato in notturna», ha auspicato il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero