Miracolo, è tornato. Sant'Antonio inventa rigori, benedice gli assist, moltiplica i gol. Prima trasforma il penalty strappato a Calvarese, poi fa il bis col diagonale,...
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LE RETI
Con l'ultima doppietta, Antonio si riprende la Lazio. Ottavo gol stagionale e quarto assist, superato Felipe in ogni numero. Con sei reti, Candreva diventa subito capocannoniere biancoceleste in questo campionato. Era partito col freno mano, con una fascia (da capitano) stretta al collo, ma adesso vola. La doppietta col Chievo può e deve rappresentare un'altra rinascita biancoceleste. Candreva non è solo un furetto fumoso, Candreva può essere ancora profeta in patria.
Domenica altri due centri all'Olimpico, come non gli accadeva dal rigore del 22 novembre contro il Palermo. Ma nella prestazione d'Antonio c'è molto di più: 67 tocchi, 44 passaggi, 4 filtranti e 10 cross con una precisione di quasi l'85%. Con questi miracoli, sono tutti pronti a pregare Sant'Antonio. Mica solo le pretendenti. Pioli e Tare così si sciolgono.
NUOVO PROFETA
Quarantuno reti con la maglia della Lazio. Dicevamo, eccolo il nuovo profeta in patria. Raggiunto Hernanes al 24esimo posto dei goleador biancocelesti di sempre. E il sesto gradino fra i rigoristi: tredicesimo centro dal dischetto per l'esterno di Tor de Cenci, che agguanta Mihajlovic e Oddo. L'obiettivo in questo girone di ritorno è riacciuffare la doppia cifra dell'anno scorso, anzi raddoppiarsi e superare il suo record di 12 reti in Serie A. Nel 2013/14 era stato eletto nuovo centrocampista biancoceleste più prolifico di sempre, meglio di Nedved. Candreva vuole essere meglio di se stesso e non vuol nemmeno sentire parlare dell'Udinese, che lo costrinse per anni a girovagare in cerca di una grande occasione. A Roma Antonio è a casa e vuole rimanerci.
SIRENE D'ADDIO
Prima il ritorno al Friuli, poi mercoledì all'Olimpico il Napoli. La squadra che gli ha cambiò la vita: «Venivo sempre riempito di fischi per una mia intervista sulla Roma. Poi il 7 aprile, quel gol dopo otto minuti, la mia corsa sotto la Nord. Un'esultanza liberatoria, volevo essere me stesso, dimostrare alla Lazio chi ero». Semplicemente Candreva. Uno che va in puzza, ma ama questa piazza. Non sopporta le critiche perché qui si sente un monarca. Forse per questo in estate potrebbe davvero mettere i remi in “Barca”.
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Il Messaggero