Il braccio e la mente, il gol e il tocco disarmante, sono Immobile e Luis Alberto in campo il segreto assoluto del sogno biancoceleste. Il trono va diviso per due re. Uno non...
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GENIO
Stavolta non c’è l’assist di Luis Alberto, ma vedere lo spagnolo è sempre più uno spettacolo. Contro il Napoli, sopratutto nel secondo tempo. Il numero 10 mette in mostra tutto il suo repertorio, danza sul pallone e corre come mai da quando è alla Lazio. Nell’ultimo turno era squalificato, forse il riposo gli ha garantito ulteriore ossigeno. Fatto sta che Luis Alberto, rispetto alla stagione strepitosa di due anni fa, ha pure eliminato l’ultimo difetto: è continuo e velocissimo, nessun avversario riesce a contenerlo né a stargli più dietro. Lo evidenzia ogni numero: 79 tocchi di palla, 53 passaggi su 61 riusciti, 24 su 28 in attacco. Gioca di suola e di tacco, sembra Mancini nel suo momento d’oro. Inzaghi non considera il paragone un oltraggio per il suo ex compagno, ma sottolinea come lo spagnolo abbia fatto bene ancora soltanto con la Lazio. Un ulteriore stimolo per Luis Alberto, che desidera andare con la Spagna all’Europeo ad ogni costo. Se lo merita, è il miglior assistman (11, dietro di lui Kulusevski a 7) del campionato italiano, è un genio. E’ anche e sopratutto merito suo, questo terzo posto. La società adesso vuole premiarlo con il rinnovo, nei prossimi giorni accelererà il discorso. Il numero 10 è un patrimonio, forse in questo momento il più prezioso in chiave Champions.
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Il Messaggero