«Vincere lo scudetto non è un obbligo, ma siamo lì e ci proveremo». Le parole di Sergej Milinkovic-Savic sintetizzano il punto di vista dei giocatori...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per il centrocampista la cavalcata della Lazio è cominciata in un preciso momento, ovvero all'intervallo della gara casalinga poi pareggiata 3-3 con l'Atalanta il 19 ottobre. «Dopo il primo tempo non eravamo contenti, stavamo sotto di tre gol, siamo entrati nello spogliatoio ma non abbiamo parlato troppo perché sapevamo cosa fare nella ripresa. Poi il mister ci ha detto due-tre parole ed è cambiato qualcosa nella testa di tutti noi - rivela a Sky Sport24 -. Da lì è iniziato tutto, speriamo di rimanere su questa strada. A inizio anno non avrei pensato di stare in questa posizione di classifica, ma abbiamo cominciato bene la stagione, già dal ritiro, e piano piano abbiamo alzato il livello, siamo cresciuti ed è cambiata anche la mentalità». Merito anche della forza di un gruppo celebrato spesso da Inzaghi. «Rispetto agli anni scorsi siamo più come una famiglia, tanti ragazzi sono qui da molto tempo e poi ci sono i nuovi che si sono integrati meglio che in passato» conclude Milinkovic, riconoscendo che il suo modo di stare in campo «è un pò cambiato rispetto all'anno scorso. Ora gioco più indietro, aiuto a difendere, ma mi sento bene e provo a fare quello che mi chiede l'allenatore. L'importante è giocare, e farlo bene». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero