Aggrappati alla rabbia. Perché, con la Champions sempre più lontana, la Coppa Italia rischia d’essere davvero l’ultima spiaggia. Lazio, non fa la stupida...
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TESTA
Il problema adesso è gestire la pressione, visto che la Lazio in ansia troppo spesso è andata in confusione. Siamo sicuri che abbia fatto la mossa giusta, Lotito? Sabato l’ansia da prestazione ha giocato un altro brutto scherzo e adesso è ancora più importante la posta in palio. Così, dopo l’ultimo suicidio col Chievo, è difficile vedere una luce nel buio. Anzi, è allarme rosso. Oggi arriveranno le decisioni su Milinkovic e Luis Alberto (rischiano più giornate) del giudice sportivo: incideranno sul campionato, ma sono l’indice assoluto del nervosismo all’interno dello spogliatoio. E l’ultimo di tanti episodi in cui la Lazio ha perso la testa nel momento decisivo. In stagione i precedenti sono Marusic a Siviglia nel ritorno per la qualificazione agli ottavi di Europa League e Radu a Milano contro l’Inter al 120’ del quarto di Coppa Italia. Meno importante, ma comunque influente per il piazzamento nel girone, la sconfitta di Francoforte, dipesa anche dalle espulsioni di Basta e Correa. Tornando indietro nel tempo la mente indelebile il rosso di Lulic in Lazio-Inter del 20 maggio, un minuto dopo il 2-2 nerazzurro, con i dieci minuti più importanti da giocare. E’ come se questa squadra avesse imparato poco o nulla dagli errori della scorsa stagione.
RIVOLUZIONE
Anche la società ha fatto i suoi sbagli, ma Lotito non ha fatto certo mea culpa né li ha ammessi: «Ho fatto tutto quello che mi chiedevate per i vostri bisogni qui a Formello e voi non mi ridate nulla in cambio?». L’unica ricompensa è centrare questa sfida col Milan di ritorno, altrimenti il presidente promette a tutti una rivoluzione all’inferno. Alla squadra, persino al diesse e ovviamente al tecnico. Inzaghi rimane il primo nel suo patibolo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero