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«Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso» e proprio come il guerriero di Fiume e Sand Creek di De Andrè anche Akpa Akpro si è aggrappato ai sogni per restare vivo. Quando tutte le luci sembravano essersi spente. Nei mesi bui in cui era rimasto senza squadra e si allenava da solo con un preparatore atletico. Quando le favole che ti raccontavano mentre diventi grande capisci che quasi sempre restano imprigionate nelle pagine colorate dei libri dei bambini. Non sempre però. Perché spesso le favole non sono altro che la descrizione della realtà. «Akpa tocca a te» gli ha detto Inzaghi al minuto 67 della sfida contro il Borussia Dortmund. Sarebbe bastato già questo, l’esordio in Champions, per scrive una storia bellissima. Per essere una favola serviva altro. La corsa, il passaggio alla cieca di Immobile e lui lì puntuale all’appuntamento con il destino. Un destino che gli si era rivoltato contro nel momento migliore della sua carriera. «Chiusi gli occhi per tre volte e mi ritrovai ancora lì». Già, crederci era difficile. Gol. Decisivo.
CALCIO NELLA CITTÀ DEL RUGBY
Contro una delle squadre più forti della Champions.
RINASCITA
A Salerno rinasce. Una delizia per Ventura che ne loda le doti atletiche e la duttilità. L’ex tecnico della Nazionale però fa l’errore di toglierlo nell’ultima gara contro lo Spezia. Lotito esplode di rabbia. C’è anche un video del presidente che urla: «Ha tolto Akpa, ha rovinato tutto!». In estate il numero uno biancoceleste lo porta alla Lazio tra lo scetticismo generale. Il giorno della firma arrivano anche le parole di Drogba, suo amico, ad incoraggiarlo: «Forza! Congratulazioni per questa sfida». Un’altra vita. L’ennesima. «E’ sottovalutato» dice Inzaghi che in ritiro ne è rimasto stregato. Tanto da regalargli l’esordio in Champions nel momento più difficile della partita. Simone ha il tocco. I due condividono anche un piccolo primato: il gol al debutto. «Un sogno da bambino diventato realtà». Corri Akpa, corri. Adesso non fermarti più.
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Il Messaggero