Si chiama triello, o Stallo alla messicana, quando in tre si tengono sotto tiro come nella scena de “Il bello, il brutto e il cattivo”, il western di Sergio Leone....
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DÉJÀ-VU
La situazione ha tutto per diventare un déjà-vu del 1972/73. Alla 29ª e penultima giornata (torneo a 16 squadre) la classifica era: Milan 44 punti, Lazio e Juventus 43. La coincidenza più interessante, però, la suggerisce il calendario: quarantasette anni fa due delle tre partite che decisero la volata furono Roma-Juventus e Napoli-Lazio in programma anche stavolta all’ultimo atto, pur con la differenza dei campi invertiti tra giallorossi e bianconeri. Il Milan crollò nella ormai proverbiale “Fatal Verona”, perdendo 5-3 contro una squadra già salva. La Juve ribaltò il gol di Spadoni con Altafini e, a quattro minuti dalla fine, Cuccureddu e si aggiudicò lo scudetto perché la Lazio perse 1-0 a Napoli. Si dice che all’intervallo al San Paolo, sullo 0-0, il capitano biancoceleste Wilson conosciuti i parziali del Bentegodi (3-1) e dell’Olimpico (1-0) bussò allo spogliatoio dei partenopei dove il suo omologo Iuliano lo smontò con un laconico «troppo tardi...». All’89’Damiani mise fine alle residue illusioni della neopromossa Lazio, che mal digerì la rimonta subita dai “cugini” contro la Juve. La Roma si scansò? Chissà. Resta un capitolo dell’infinito romanzo che è il derby della Capitale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero