Lo scudetto alla Lazio spaventa e divide i romanisti: «Scansamose», «Mai come loro»

Un duello tra Dzeko e Acerbi nell'ultimo derby Roma-Lazio
di Romolo Buffoni
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Martedì 18 Febbraio 2020, 09:30
Si chiama triello, o Stallo alla messicana, quando in tre si tengono sotto tiro come nella scena de “Il bello, il brutto e il cattivo”, il western di Sergio Leone. Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef il 24 maggio, ultima giornata di serie A, potrebbero indossare le maglie di Juve, Lazio e Inter e giocarsi lo scudetto. Una prospettiva elettrizzante per il campionato - anestetizzato da otto anni di dominio bianconero - e per i tifosi biancocelesti. Un incubo per quelli giallorossi, che hanno già sprecato a metà l’occasione di fermare la corsa dei cugini, dominando ma pareggiando il derby di ritorno. Sono condannati a gufare da lontano e l’extrema ratio sta nelle sfide contro Inter e Juventus: «Scansamose», suggeriscono i più spaventati. «Mai, noi non faremo come loro», risponde chi non ha mai digerito il Lazio-Inter dell’«ooh noooo» del 2010, quando la Curva Nord tremò all’idea di un trionfo di Totti e compagni. Proprio il 24 maggio si giocherà Juve-Roma e negli angoli dell’animo romanista avanza un dubbio insopportabile: «ma non è che proprio stavolta conquisteremo i primi punti allo Stadium?».

DÉJÀ-VU
La situazione ha tutto per diventare un déjà-vu del 1972/73. Alla 29ª e penultima giornata (torneo a 16 squadre) la classifica era: Milan 44 punti, Lazio e Juventus 43. La coincidenza più interessante, però, la suggerisce il calendario: quarantasette anni fa due delle tre partite che decisero la volata furono Roma-Juventus e Napoli-Lazio in programma anche stavolta all’ultimo atto, pur con la differenza dei campi invertiti tra giallorossi e bianconeri. Il Milan crollò nella ormai proverbiale “Fatal Verona”, perdendo 5-3 contro una squadra già salva. La Juve ribaltò il gol di Spadoni con Altafini e, a quattro minuti dalla fine, Cuccureddu e si aggiudicò lo scudetto perché la Lazio perse 1-0 a Napoli. Si dice che all’intervallo al San Paolo, sullo 0-0, il capitano biancoceleste Wilson conosciuti i parziali del Bentegodi (3-1) e dell’Olimpico (1-0) bussò allo spogliatoio dei partenopei dove il suo omologo Iuliano lo smontò con un laconico «troppo tardi...». All’89’Damiani mise fine alle residue illusioni della neopromossa Lazio, che mal digerì la rimonta subita dai “cugini” contro la Juve. La Roma si scansò? Chissà. Resta un capitolo dell’infinito romanzo che è il derby della Capitale.
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