Lazio-Dinamo Kiev 2-2: non bastano Immobile e Felipe, biancocelesti fermati dal palo

L’aspetto mentale. Inzaghi alla vigilia aveva battuto molto su questo tasto, sintomo che aveva visto i suoi non proprio concentrati. E così è stato. Il pari...

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L’aspetto mentale. Inzaghi alla vigilia aveva battuto molto su questo tasto, sintomo che aveva visto i suoi non proprio concentrati. E così è stato. Il pari contro la Dinamo Kiev, squadra inferiore per valori tecnici, è da attribuirsi proprio a questo. Errori a ripetizione e black out improvvisi. Un 2-2 che trasforma la gara di ritorno, giovedì prossimo, in una salita scivolosa. E non solo per il clima ostile ma soprattutto perché allo stadio Lobanovsky la squadra di Khatskevich è praticamente imbattuta. C’è poco da girarci intorno: servirà una impresa. E’ mancata la lucidità e quella cattiveria che in partite come quella di ieri fanno la differenza. E anche un pizzico di fortuna, quella che manda il lob finale di Immobile sul palo invece che in porta. Paradossalmente ne ha avuta di più la Dinamo che ha sfruttato tutte le occasioni regalate dai biancocelesti.

 
DIFESA DA BRIVIDI
Già perché la difesa laziale è stata da mani nei capelli. La corsia di destra continua ad essere il vero tallone d’Achille dell’undici di Inzaghi. Male sia Basta sia Wallace. Ma stavolta c’è anche de Vrij tra i responsabili: troppo spazio a Moraes nell’azione del 2-2. Tutto da buttare: no. Brilla Felipe Anderson che evidentemente ama l’aria d’Europa, un gol e un assist. Curiosità: i 7gol del brasiliano sono arrivati tutti all’Olimpico. E poi il solito Immobile, l’ultimo ad arrendersi, il primo ad andare in gol. Stavolta anche molto sfortunato. Tra una settimana non sono concessi altri errori. Da brividi il silenzio assordante nel minuto di raccoglimento per Astori. Peccato che entrambe le squadre non abbiano indossato il lutto al braccio, seppur non obbligatorio in Europa. 

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Il Messaggero