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L’uno nei panni dell’altro. Luis e Sergej, i trasformisti della Lazio. Lo spagnolo era quello che inventava, il serbo quello che faceva gol. Ora tutto si è capovolto. Quel piccolo ma decisivo “switch” che ha cambiato un po’ le abitudini del gioco e dei ruoli, ma non la forza della squadra. Nessuno in serie A può contare su due mezzali che hanno numeri di questi genere, senza considerare la qualità e la tecnica che mettono a disposizione dei compagni e del tecnico. Tra i due, in questa particolare e curiosa sostituzione dei ruoli, a sorprendere di più è quello “zero” che figura nella casella degli assist del Mago. Non è mai successo, da quando è alla Lazio, che il trequartista biancoceleste non facesse nemmeno un assist decisivo.
VICE-IMMOBILE
Perfino al suo primo anno, la stagione 2016-17, quello dell’ambientamento, il più brutto di tutti con sole nove partite giocate, appena quattro da titolare, alla fine Luis ha terminato con due assist. In questa stagione ancora niente. Un evento e un fatto clamoroso, per uno dei centrocampisti che l’anno scorso è stato uno dei più bravi d’Europa per gli assist realizzati, anche perché il passaggio decisivo è la sua specialità, considerato che negli anni precedenti, tolto il primo, è sempre riuscito ad andare in doppia cifra. Lui, il Mago (che venerdì mattina è rientrato da Siviglia dove ha passato cinque giorni con la famiglia), dice di non badarci tanto, se non altro perché compensa con i gol, fino ad ora otto (dopo Immobile c’è lui) ma la verità è che si sta soffrendo da matti. Per come si muove, come ragiona in campo e come giocatore, il “tocco” o il guizzo finale per far segnare il compagno è quasi più importante della rete. «Segnare è bello, ma devo ammettere che spesso mi esalto più per un passaggio che per un gol», il leitmotiv di Luis Alberto.
SERGENTE RECORDMAN
Di tutt’altro avviso Milinkovic.
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Il Messaggero