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Sono iniziate ufficialmente le sedute di lavoro ad Auronzo di Cadore per la Lazio. Tra i 27 giocatori presenti, in tanti sono ancora in bilico. Un esempio è Toma Basic, reduce da una stagione difficile e di conseguenza sul mercato. Per la società è da considerare tra i profili in partenza e dopo la Salernitana si è fatto avanti il Celta Vigo nei suoi confronti, ma il croato, arrivato nella Capitale per poco più di 7 milioni di euro, vorrà comunque giocarsi le sue chance ad Auronzo, come sottolineato ai microfoni ufficiali del club biancoceleste.
Lazio, le parole di Toma Basic
«Prima pioggia, poi sole? Ci dobbiamo abituare così – le parole di Basic a Lazio Style – l’importante è che troviamo una buona condizione. Penso che davanti a noi abbiamo una grande stagione, dobbiamo prepararci bene e siamo contenti di esserci ritrovati. Ora dobbiamo solo lavorare». Sul 2023-24 e Sarri: «Non dobbiamo troppo pensare al passato. Siamo contenti di essere in Champions League, ma ora dobbiamo pensare a lavorare e prepararci bene. Io ho sognato tanto di sentire quella canzone, come penso succeda a tutti i giocatori. Già non vedo l’ora che inizino le partite. Sono molto contento di essere qui. Sarri? Il mister è famelico come sempre. Al terzo anno con lui possiamo solo migliorare, sia nella fase difensiva, sia in quella offensiva».
Basic: «Il 26 era il mio numero prima. Radu me lo ha lasciato volentieri»
Il centrocampista ha svelato anche un siparietto sul cambio del numero di maglia: «Una volta visto che non potevo più portare l’88, allora ho chiesto a Radu il 26 e lui mi ha dato il via libera augurandomi buona fortuna. So che qui è pesante, ma io prima avevo quel numero all’Hajduk Spalato e al Bordeaux. Stefan ci manca già adesso. Ha dato tutto per la Lazio e siamo contenti che ora si possa riposare un po’». Sul gol contro il Sassuolo: «Mi rievoca contentezza perché è stato un gol importante. Ora mi sento molto bene e non vedo l’ora di iniziare la nuova stagione. Io voglio dare di più, non ho ancora dato il massimo. Cerco sempre di migliorarmi». Infine sull’Italia: «Qui mi piace tutto. È simile al mio Paese (la Croazia, ndr) e mi sono trovato subito bene». Leggi l'articolo completo suIl Messaggero