Scontro diretto e interno. Inzaghi è già con le spalle al muro, ce l’ha messo Lotito: «Un grandissimo motivatore», lo definisce il mister in...
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RINFORZI
Nelle ultime due stagioni per la Lazio nessuna vittoria e ben due ko in quattro gare di campionato. L’ultima, prima della Coppa Italia, lo scorso anno (1-3 reti di Zapata, Castagne e autorete di Wallace) cancellò appunto le già residue speranze Champions della Lazio. Adesso siamo solo all’inizio, ma il rischio è quello di ritrovarsi con un altro ko a 8 punti di distacco proprio dall’Atalanta al quarto posto. Dopo gli attacchi di Lotito, la pressione è alle stelle a Formello. Inzaghi esorta la squadra a evitare il “macello”, ma poi è in preda ad amnesie persino sul suo discorso. Da quest’estate giura di avere un gruppo attrezzato per l’obiettivo, poi però ritira fuori un vecchio motivetto: «Noi vogliamo arrivare quarti, ma ci sono 5-6 squadre sulla carta più forti noi».
RIGORE
E pensare che Simone aveva firmato il rinnovo e aveva cominciato subito a parlare di anno zero. Purtroppo invece questo sembra un film visto e rivisto. Lotito stavolta lo ha messo all’angolo insieme a ogni suo giocatore in campo. L’ultimo pareggio a Bologna (confermata la stessa formazione con Parolo al posto dello squalificato Leiva e Lazzari sulla fascia) è arrivato per un errore di Correa dal dischetto, il presidente non ha gradito che il rigore lo abbia battuto l’argentino: «Joaquin non è un improvvisato, prova sempre a fine allenamento. Stava vivendo un momento complicato (la scomparsa dell’amata nonna, ndr) e io e i suoi compagni abbiamo scelto di fargli calciare il penalty. E’ facile parlare a posteriori, bisogna però prenderle sul momento le decisioni». Ecco l’ultimo sassolino. Ora però, Inzaghi, vinci o Lotito fa un altro casino.
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Il Messaggero