Fratelli d’Italia, figli di una nuova era. Perché finalmente la Nazionale non svuota, ma restituisce due big pieni d’allegria. Immobile e Acerbi sono al settimo...
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MORALE
Buona la trentasettesima gara con la Nazionale. Dopo 5 panchine, buona la prima da titolare, Immobile è già tornato a segnare. Può riprendere la sua epopea biancoceleste, Ciro può tornare a vestirsi da cannoniere. Basta reti divorate, le 101 raggiunte alla prima giornata sono quelle da cui ripartire. Nel derby ha ricominciato a fare i conti con le traverse, a Ferrara dovrà abbatterle. Immobile ha una promessa da mantenere, non ha più nessuna scusante: «L’anno scorso ho passato momenti difficili anche con la Lazio fra infortuni e brutte prestazioni. Ora sono partito bene e il gol contro la Finlandia mi può dare qualcosa in più anche per il morale. Io mi lamento sempre quando sbaglio gol facili e non riesco a segnare». Adesso, acqua in bocca, dritti verso la meta, pedalare: «Tutto il gruppo è felice che Inzaghi sia rimasto. Abbiamo fatto un buon mercato. Sappiamo che ci sono tante squadre che lottano per il quarto posto, ma è il nostro obiettivo».
ESORDIO
Con le unghie e con i denti verrà difeso. Per questo c’è Acerbi, il muro. Non è importante il contesto né il luogo, Francesco ribadisce di poter stare ovunque a suo agio. Lo aveva dimostrato nel passaggio dalla periferia di Sassuolo alla Lazio, lo conferma in azzurro. E’ guida, è leader indiscusso. Da lì non si passa in nessun modo. E pensare che solo a 31 anni è arrivato l’esordio (in gare ufficiali) con la maglia dell’Italia addosso: «Ho sempre lavorato per farmi trovare pronto, voglio l’Europeo». Se a convincere Mancini non è bastato il campionato scorso, eccone un altro in corso. Acerbi è già partito col turbo: appena una rete (non 4 come nel 2018) subita nelle prime due giornate in quest’inizio. La difesa biancoceleste della Champions si vede dal buongiorno. Buongiorno, io sono Francesco. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero