Lazio, 11 vittorie di misura... per la Champions

Lazio, 11 vittorie di misura... per la Champions
Va riscritto questo finale, altrimenti rimarranno le briciole. Inzaghi stavolta si deve superare e smentire. Nel quinquennio di Simone, la Lazio è purtroppo quasi sempre...

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Va riscritto questo finale, altrimenti rimarranno le briciole. Inzaghi stavolta si deve superare e smentire. Nel quinquennio di Simone, la Lazio è purtroppo quasi sempre crollata nella seconda parte di stagione. Solo nel 2017/18 arrivarono 18 punti nelle ultime 9 gare e forse oggi per la Champions non basterebbe nemmeno questo risultato migliore. L’anno scorso servirono addirittura 78 punti per centrarla e i biancocelesti ne conquistarono appena 10 nelle residue nove giornate: per fortuna, prima del lockdown, avevano una marcia tricolore. Quest’anno invece diversi passi falsi nel girone d’andata e qualcuno al ritorno (vedi Bologna, può essere letale) rendono la missione ancora più difficile: a quota 55 in classifica, rischiano di servire più di 21 punti per riacciuffare il quarto posto, ovvero almeno 7 successi su nove. Insomma, la Lazio è praticamente obbligata a vincere sempre e invertire una media di 12 punti dal 2015/16 che la condannerebbe all’esclusione. Le ultimi quattro trionfi spingono all’ottimismo, nessuno a Formello vuole mollare. Si vuole riprendere pure Immobile, ieri ad allenarsi nel giorno di riposo per mostrare la sua fame dopo un digiuno in campionato di 8 gare. Domenica torneranno dalla squalifica gli scugnizzi Correa e Lazzari per provare a farlo sbloccare, ma anche lui a 31 anni ora deve fare i conti con una carta d’identità importante. 

I PIU’ VECCHI D’EUROPA
Secondo il Cies, l’età media dei giocatori impiegati dalla Lazio finora è la più elevata nei 5 campionati top europei, quindi tra le 98 squadre prese in esame. Inzaghi ha utilizzato calciatori che hanno mediamente 29,4 anni; alle sue spalle ci sono Crystal Palace (29,2), Cadice (29,1) e poi a 28,8 un terzetto formato da Eibar, Burnley e Benevento, prossimo avversario biancoceleste. Anche questo dato anagrafico potrebbe incidere purtroppo in negativo sul trend finale, anche se alcuni “terribili vecchietti” stanno dimostrando una forma straripante. Emblematiche le prestazioni di Acerbi e Radu (guarda caso col rinnovo solo da formalizzare insieme a Luiz Felipe), anche se rimane Leiva il vero segreto della rinascita della difesa biancoceleste: non passa nessuno quando Lucas corre per bene. La sua assenza dopo il lockdown un anno fa fu la fine, la sua ultima tenuta invece fa coltivare speranze. Poi però bisognerà per forza trovare un erede e non può bastare Escalante: Leiva potrebbe essere lasciato a scadenza nel 2022. 

STRATEGIE E MERCATO


Mai schierato in Serie A un ventenne in questa stagione, è arrivato il momento di “svecchiare”. Capitan Lulic è infastidito per non aver ricevuto più chiamate (contati con Parisi dell’Empoli come vice-Fares) e Tare ha già preso il baby Kamenovic come jolly sinistro-centrale. Su Parolo (più in società, ma lui vuole giocare) è in corso qualche riflessione. Il 32enne Caicedo aspetta, ma la società punta Borré del River e aveva già deciso ad agosto su chi puntare: «È il primo anno per Muriqi, ha avuto due infortuni, il Covid – spiega Tare - e tutto questo ha reso il suo adattamento più difficile. Vedat gode del rispetto di tutti nella capitale e speriamo possa esprimersi al massimo perché può dare molto al calcio italiano e alla sua Nazionale». E perché ancora il diesse ha 20 milioni sul 27enne kosovaro da giustificare. 

 

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Il Messaggero