In una società che vuole tutto e subito il tennis è uno degli ultimi baluardi: la tradizione mantiene forti le sue radici, tanto che la forza del business ancora non...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PALINSESTI IN TILT
Partite così lunghe restano nella storia, ma si scontrano con la necessità di rendere più televisivi i tempi delle partite. Un problema reale, perché sono i colossi tv a versare i maggiori introiti ai principali tornei, dagli Slam ai Masters 1000. Djokovic e Murray non sono contrari ad anticipare la conclusione dei set. Lo stesso dicasi per Nadal, in gara ad Abu Dhabi insieme a Wawrinka, Ferrer, Tsonga, Raonic e Anderson nel ricchissimo torneo di esibizione degli Emirati che da domani apre la nuova stagione. Meno favorevole Federer: «Sarebbe come mettere i rigori nel tennis». Secondo un grande ex come McEnroe l'attuale sistema di punteggio è superato: «Certi incontri sono una tortura per giocatori, arbitri e pubblico».
SHORT SET
Al termine di un set particolarmente equilibrato, l'attenzione del pubblico inevitabilmente cala: si deve aspettare mezzora, e forse più, per assistere a nuove fasi decisive. Una decina d'anni fa, per rilanciare il doppio in crisi, è stato introdotto il killer point sul 40-40, con il ribattitore che sceglie da che parte rispondere, e al posto del terzo set un tie-break a 10 punti. La formula ha funzionato, ma non è stata ripetuta in singolare. La soluzione più semplice è accorciare i set: anziché a 6 game ci si potrebbe fermare a 5, come nell'International Premier Tennis League, il mega-circuito di esibizione organizzato da Bhupathi, ex bandiera del tennis indiano. Oppure addirittura a 4, come è stato sperimentato nei tabelloni inferiori della Davis, format che tuttavia non ha avuto un seguito pur comparendo nelle regole del tennis (“The Rules of Tennis” dell'ITF). Gli “short set” renderebbero più rapidi e magari più avvincenti i match. Sarebbe una piccola rivoluzione, certo. Ma sembrava un azzardo anche ciò che ha fatto la pallavolo nel 1998, quando è stato abolito il cambio palla per velocizzare gli incontri. Una scelta che si è poi rivelata vincente.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero