La Juve ha scelto Morata, Dzeko costretto a restare a Roma

La Juve ha scelto Morata, Dzeko costretto a restare a Roma
Un uno-due da lasciare senza respiro. Il pasticcio Diawara anticipa di qualche minuto l’annuncio del ritorno alla Juventus di Morata. Lo spagnolo riabbraccia Pirlo, facendo...

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Un uno-due da lasciare senza respiro. Il pasticcio Diawara anticipa di qualche minuto l’annuncio del ritorno alla Juventus di Morata. Lo spagnolo riabbraccia Pirlo, facendo così saltare il passaggio di Dzeko in bianconero e di Milik in giallorosso. Se il Napoli avrà ora 15 giorni per cedere il suo attaccante, presumibilmente all’estero, la Roma ne ha appena 4 per recuperare il suo capitano. Più mentalmente che fisicamente. Perché ora, al netto di possibili siparietti mediatici che già andarono in scena lo scorso anno quando Edin - promesso sposo all’Inter - rimase soltanto per i no congiunti di Higuain e Icardi, il bosniaco mai come stavolta aveva staccato la spina. Ne è dimostrazione la gara di Verona, dov’è rimasto 90 minuti in panchina ed è stato volutamente assente sia nella riunione tattica pre-gara che nel mini-allenamento post-partita che effettuano i calciatori che non hanno giocato. Adesso invece ripartirà da dove voleva concludere la sua carriera. Sabato, all’Olimpico, arriva la Juventus. 

RAPPORTO DA RICUCIRE 
Se la permanenza fa felice la piazza e garantisce un surplus tecnico alla squadra, bisogna capire come rimarrà Dzeko. Perché lo stipendio di 7,5 milioni, l’essere professionista, l’amore per la Roma e per la città, la volontà della moglie Amra di restare, si scontra inevitabilmente con l’uomo che aveva deciso ormai di voltar pagina. Non facile fare reset e ripartire a 34 anni, con la prospettiva di aver probabilmente perso il treno che gli avrebbe permesso di affermarsi in tre campionati diversi (Premier, Bundesliga e Serie A) e giocare la Champions. Tra l’altro ci sono degli strascichi da sanare. Perché se off record il Napoli accusa la Roma di essersi tirata indietro, chiedendo in corsa la riformulazione dell’accordo, Edin rimprovera a Fienga la promessa non mantenuta di lasciarlo partire e di non aver mai preso in considerazione un’alternativa al polacco. Senza contare che andranno ricuciti i rapporti con Fonseca. Dalla crepa nata nell’intervallo di Duisburg nella gara contro il Siviglia, acuita poi dalle dichiarazioni del centravanti al termine del match, i due non si sono più chiariti. E la posizione di Paulo, già sotto esame dopo il pareggio di Verona (che potrebbe trasformarsi nello 0-3 a tavolino) non agevola. Curiosità: rimane colpito dalla vicenda anche l’ex Pjanic, trasferitosi a Barcellona, che aveva già trovato l’intesa per affittare la sua casa di Torino all’amico connazionale.
CONTI DA RIFARE

Ribaltone che cambia il mercato in entrata. Al netto dei costi a bilancio che lo stipendio del bosniaco appesantisce (Milik avrebbe guadagnato 5 milioni al lordo in meno, sarebbe arrivato con la formula del prestito biennale a 3 milioni, più che ammortizzata dalle plusvalenze dei giovani Modugno e Meloni, ciascuno valutato 2,5 milioni), a Trigoria devono rifare i conti, anche nell’ottica di prendere un vice Edin. La volontà è parlare nuovamente con alcuni tesserati che non hanno intenzione di muoversi. Karsdorp, ad esempio, ha chiesto di rimanere ma si proverà a fargli cambiare idea. Pronto il sostituto: si tratta di Arias dell’Atletico Madrid. Il laterale arriverebbe in prestito con obbligo di riscatto dopo dieci presenze. Ma la lista non finisce qui: ci sono anche Perotti, Fazio, Santon e Jesus da piazzare. Intanto Fonseca continua a chiedere Smalling, che la società però potrebbe riprendere in considerazione soltanto con un’operazione last-minute, sulla falsariga di quanto accaduto lo scorso anno (prestito). La Roma valuta anche altri profili, tra questi c’è Marcao del Galatasaray. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero