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Mancini, mantenendo la promessa di scegliere il titolare per l’Europeo, l’ha promosso definitivamente centravanti della Nazionale. Adesso sta a Immobile non sprecare la Grande Chance. Ha superato l’amico Belotti e spinto fuori dai convocati l’estroso Kean. Il vero rivale, se proprio vogliamo andare a ribaltare le gerarchie del gruppo, diventa Raspadori che come dice il ct è qui perché ha «qualità straordinarie». Tiro, velocità e, perchè no?, quel caratterino. Cioè spavaldo e incosciente, come da carta d’identità. Ciro, però, mette sul piatto i suoi gol. I 42 della stagione scorsa: 36 in campionato con la Lazio per infilarsi la scarpa d’oro, primo italiano dopo Totti, altri 3 in biancoceleste (2 in Coppa Italia e 1 Europa League) e 3 in azzurro. Anche nell’annata finita lo scorso 23 maggio, è andato forte. E meglio, comunque, dei compagni che sono qui a Coverciano. Altre 25 reti (20 in serie A e 5 in Champions). Con il gol di venerdì a Bologna contro la Repubblica Ceca ha staccato il Gallo: 13 a 12, anche se per motivi anagrafici ha più presente, 46 a 33.
DIGIUNO DA INTERROMPERE
Niente da dire, insomma, sul rendimento.
PRESSING SU LOTITO
Immobile in questi giorni ha chiamato spesso il suo presidente per spingerlo a chiudere con Sarri. Insigne, altro suo grande amico, gli ha garantito che con Maurizio di gol ne farà ancora di più. Mancini, intanto, ha recuperato Florenzi, alternato negli addestramenti pomeridiani sempre con Di Lorenzo. Se il terzino titolare sarà disponibile, la formazione dovrebbe essere scontata: quella vista venerdì nel test al Dall’Ara. Locatelli rivela: «Il mio modello è De Rossi: vorrei fare la sua carriera in Nazionale». In mattinata gli azzurri si sposteranno sul treno azzurro nella Capitale e nel tardo pomeriggio si alleneranno all’Olimpico.
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Il Messaggero