Il digiuno forzato di questi giorni, che ha già prodotto crisi d’astinenza da calcio, sarà preparatorio per la grande abbuffata in quello che verrà....
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Settembre, ottobre e novembre i mesi più caldi. Si giocherà ogni tre giorni. Prendiamo, ad esempio, una squadra impegnata in Champions e che con regolarità fornisce giocatori alla Nazionale. In quel periodo oltre al campionato (si giocano undici gare in media) ci sono 5 partite dei gironi di coppa. A cui quest’anno si aggiungono anche 8 gare della Nazionale, due in più rispetto alla normale programmazione. E quindi a settembre e ottobre Mancini giocherà sei partite (anziché 4) che serviranno per chiudere i gruppi di Nations League. L’Italia è nel girone con Olanda, Bosnia e Polonia. Poi a novembre c’è la finestra per i playoff che servono a qualificare le ultime quattro nazionali all’Europeo, gli Azzurri useranno quelle date per disputare due amichevoli. Niente riposo e tappe forzate. Con buona pace degli allenatori dei club che già quest’anno avevano storto il naso per le troppe chiamate del Mancio. Lo juventino Sarri ad esempio da tempo sostiene che: «Si parla di pausa per le Nazionali, ma non esiste una pausa se rientrano giocatori con diecimila chilometri di trasferte alle spalle». L’interista Conte solo dopo aver rivestito il ruolo di Ct ha abbassato i toni anche se non lascia mai andare volentieri i giocatori. Addirittura il romanista Fonseca, al suo primo anno italiano si è lamentato: «Troppe partite, squadre stanche e poco spettacolo», stessa sinfonia per il laziale Inzaghi. Normale che chi lotta per il vertice sia geloso dei suoi giocatori. Ma è bene che cominci a farsene una ragione per il nuovo anno.
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FEELING CON L’AZZURRO
Anche l’Italia ha i suoi obblighi. C’è un minimo garantito di 40 partite in 4 anni per incassare i soldi dei diritti tv. Nel nuovo anno il Ct avrà le qualificazioni mondiali. Altre tre gare (sorteggi il 29 novembre). Si arriva a giugno con due amichevoli preparatorie e poi l’11, all’Olimpico di Roma, il calcio d’inizio di Euro 2020 contro la Turchia. «Forse giocheremo molte più gare rispetto al passato e la possibilità di allenarsi saranno poche» ha sottolineato Mancini lasciando trasparire un po’ di preoccupazione. L’ultima volta sul campo risale addirittura al 18 novembre. Un sonoro 9-1 all’Armenia, decima vittoria su dieci nelle qualificazioni e successo numero undici di fila. Riabbraccerà il gruppo dieci mesi dopo con un solo obiettivo: vincere. Ha le idee chiare sul lavoro che lo aspetta. Sa benissimo che saranno necessari dei ritocchi ma non certo degli stravolgimenti. Il perfetto equilibrio che aveva stabilito va ricreato. Di certo in autunno dovrà allargare la base dei convocati per far ruotare più uomini possibili e avere chiare le scelte il prima possibile. Normale che il punto interrogativo di come e quando ripartirà la serie A va considerato. Ad oggi aveva solo un paio di nodi da sciogliere, il nuovo campionato potrebbe regalargliene altri. Ma ben vengano.
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Il Messaggero