Juve, adesso anche il Lione fa paura

Juve, adesso anche il Lione fa paura
Ci sono due domande che ossessionano i tifosi juventini da un paio di settimane. Cosa sta succedendo alla Juventus e sarà in grado di riprendersi in tempo per la Champions?...

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Ci sono due domande che ossessionano i tifosi juventini da un paio di settimane. Cosa sta succedendo alla Juventus e sarà in grado di riprendersi in tempo per la Champions? In questo momento è impossibile rispondere, perché gli alti e bassi e le continue sbandate rendono i bianconeri assolutamente imprevedibili. E si fatica a risalire alle cause che hanno portato la squadra in testa alla classifica e al primo posto del girone in Champions a ingarbugliarsi nel momento in cui avrebbe dovuto inserire il pilota automatico. Per chiudere al più presto il discorso scudetto e iniziare a pensare all’Europa, il vero ago della bilancia della stagione bianconera e del futuro di Maurizio Sarri. Fragile di testa, vulnerabile in difesa, confusa a livello di gioco, incerta tatticamente, e non al meglio della condizione causa Covid-19. La Juventus che si è riaffacciata sul campionato dopo la sosta sembra lontana parente di quella che aveva affondato l’Inter l’8 marzo. Ha perso certezze, autorevolezza e punti preziosi. Vincerà lo scudetto viaggiando a ritmo salvezza (5 punti nelle ultime 5 partite: 2 pareggi, 1 vittoria, 2 sconfitte), agevolata dal crollo di Lazio e Inter nel finale, altrimenti ne avremmo viste delle belle. E a proposito, di bellezza e spettacolo (nonostante il cambio in panchina Allegri - Sarri per valorizzare l’estetica) nemmeno l’ombra.

PAURE IN COPPA
I dubbi per un campionato ancora da vincere diventano allarme in ottica Champions, questa Juve senza vento come se la caverà al cospetto delle corazzate europee, dopo aver eventualmente superato lo scoglio Lione? I tifosi si sono già espressi a più riprese, l’hashtag #Sarriout ormai è in tendenza a giorni alterni, e c’è chi vorrebbe cambiare prima di essere costretti a farlo, citando la recente frase di Andrea Agnelli sull’addio a Marotta. Arriverà l’ennesimo scudetto, quasi per inerzia, ma per la prima volta negli ultimi 9 anni questa Juve non dà la sensazione di aver fatto passi avanti rispetto alla stagione precedente. La vulnerabilità difensiva e la facilità con cui viene rimontata sono elementi estranei al Dna Juventus, qualcosa è cambiato, ma in peggio. Sono 13 le reti subite nelle ultime 6 giornate dai bianconeri - discorso che ovviamente non riguarda solo i difensori ma l’intera fase difensiva -, peggio solo Brescia (16) e Spal (20). 
TREND NEGATIVO

Trentotto gol subiti in 35 partite è il peggior bilancio dalla stagione di Del Neri, e le rimonte (con 18 punti persi da situazioni di vantaggio) iniziano a essere troppe. Atletico Madrid (da 2-0 a 2-2), Lecce (da 1-0 a 1-1), Sassuolo (da 1-0 a 2-2), Lazio (da 1-0 a 1-3), Verona (da 1-0 a 1-2), Milan (da 2-0 a 2-4) e infine Sassuolo e Udinese. Un trend che evidenzia limiti a livello mentale di una squadra incapace di gestire il vantaggio e spesso di chiudere la partita. Nel solco del malcontento vanno inseriti anche alcuni casi specifici che riguardano i singoli. L’ultimo è Douglas Costa: per lui stagione finita causa lesione di secondo grado a carico del muscolo adduttore lungo della coscia destra con un bilancio di 3 gol a 6 milioni a stagione. Ma c’è anche Khedira (977 minuti e zero gol, 6 milioni a stagione), Ramsey non ingrana, Rabiot si è salvato nel finale, e un caso Pjanic ormai scollegato dalla Juventus e con la testa al Barcellona.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero