Juventus, Allegri: «Vittoria di rabbia e qualità»

Juventus, Allegri: «Vittoria di rabbia e qualità»
«C'è stata responsabilità da parte di tutti, ma oltre alla fame e alla rabbia, la squadra ha anche giocato bene tecnicamente». Così il tecnico...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«C'è stata responsabilità da parte di tutti, ma oltre alla fame e alla rabbia, la squadra ha anche giocato bene tecnicamente». Così il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri dopo il 2-0 sulla Lazio allo Stadium. «Fame e qualità sono entrambe componenti fondamentali per vincere - spiega il tecnico a Premium - specialmente in Champions dove vogliamo fare bene. Il modulo? Mercoledì mattina mi sono svegliato e ho deciso di cambiare. Ho scelto così perché venivamo da una partita non bella a Firenze e oggi c'era la partita giusta per un esperimento del genere. Non giocheremo sempre così, ma la risposta che oggi mi ha dato la squadra è stata positiva: abbiamo giocato bene, con qualità e sacrificio. E nonostante lo sbilanciamento offensivo, dal punto di vista difensivo abbiamo fatto bene, non rischiando niente. Dobbiamo tenere questi ritmi, però, indipendentemente dal sistema di gioco». «In certe situazioni abbiamo regalato qualche ripartenza alla Lazio - aggiunge Allegri - da questo punto di vista bisogna migliorare: se vogliamo fare il salto per vincere il campionato e provarci in Champions, dovremo essere un pochino più spregiudicati. Le critiche nei miei confronti? Non sono mai esagerate, a volte sono giuste e a volte no. Ogni annata, nel calcio, è una storia a sé: non è che prendi i giocatori, li butti dentro e va tutto bene. Ci vuole tempo per assorbire i cambi, per far crescere i giovani: sono passaggi che vanno affrontati con lucidità e non con isterismi».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero