Juventus, è arrivato Evra: «E' destino Darò il massimo con questa maglia»

Juventus, è arrivato Evra: «E' destino Darò il massimo con questa maglia»
Da Torino a Torino. Con la Juve alla fine nel destino. Aveva appena 17...

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Da Torino a Torino. Con la Juve alla fine nel destino. Aveva appena 17 anni quando Patrice Evra, classe 1981, professione terzino sinistro, era stato scartato dal Toro dopo un provino. Nato in Senegal, naturalizzato francese. Cresciuto nelle giovanili del Psg, nel 1998, il suo procuratore, Salvo Lombardo, lo ha piazzato in Sicilia, in C1 al Marsala. L’anno dopo è passato al Monza in serie B, disputando appena 3 partite. Nel 2000 torna in Francia, al Nizza, poi arriva la chiamata del Monaco. Nel Principato è rimasto fino al 2006, prima dell’avventura al Manchester United. Con i Red Devils 273 presenze e 7 gol. Da oggi vestirà ufficialmente bianconero. Si è presentato in città ieri sera. Sorridente. Disponibile, sfoggiando ancora un perfetto italiano. «E' il destino» ha dichiarato all'aeroporto di Caselle: «Sono una persona che non vende tanti sogni, l'unica cosa che posso garantire ai tifosi è che darò il massimo per questa maglia, con cui voglio vincere tanti trofei». Stamane ha sostenuto la trafila delle visite mediche. Dopo la conferenza stampa nel pomeriggio si è aggregato ai nuovi compagni per il suo primo allenamento. Marotta: «E' una grandissima soddisfazione per noi, su Patrice avevamo messo gli occhi da parecchio, il Manchester non voleva privarsene, siamo riusciti a definire questa operazione, in comune con lo United la voglia di vincere». Evra era raggiante: «Devo ringraziare l'Italia, mi ha aperto le porte verso il mondo professionistico, a Marsala ho ricordi bellissimi, sono la mia seconda famiglia». Il francese ha voluto chiarito alcuni concetti: «Aveva parlato con Conte prima dei mondiali, mi voleva fortemente, quando ha lasciato sono rimasto sorpreso, ma alla fine gli allenatori vanno e vengono, le società restano: 3 mesi prima della fine della stagione ho detto ai miei agenti che avrei lasciato lo United per motivi personali, volevano che facessi il capitano, hanno fatto di tutti per trattenermi. E' stata una mia scelta, appena mi hanno prospettato la possibilità della Juve, non ci ho pensato due volte, perché come al Manchester qui si gioca per vincere tutte le partite. Queste pressioni non mi spaventano». Evra non ha problemi sul modulo: «Ho iniziato la carriera con il 3-5-2. Con Domenech abbiamo giocato allo stesso modo, poi nello United siamo passati al 4-4-2». Sugli obiettivi non si è nascosto: «Rivincere il quarto campionato di fila non sarà facile, io con lo United ci sono riuscito tre volte. Sarà durissima, ma ci proveremo. In Champions il discorso è diverso. In Europa c'è da lavorare tanto e pensare una partita alla volta. Ho disputato 4 finali, fra vincere e perdere è questione di dettagli». Infine una battuta sul razzismo e sul caso Tavecchio: «E' difficile da combattere, ho avuto qualche problema in passato, è un discorso di ignoranza, non sono nero, bianco, giallo, sono solo un essere umano, un uomo felice, se ci sono razzisti non è un mio problema». Parola di Patrice Evra, il nuovo numero 33 della Juve.






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Il Messaggero