Juventus-Napoli si deve giocare: niente 3-0 né penalizzazione per gli azzurri

La partita Juventus-Napoli si deve giocare. È questo l'effetto ultimo e più importante in chiave campionato, oltre al punto restituito agli azzurri, della...

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La partita Juventus-Napoli si deve giocare. È questo l'effetto ultimo e più importante in chiave campionato, oltre al punto restituito agli azzurri, della sentenza del Collegio di garanzia dello sport presso il Coni, presieduto da Franco Frattini, che ha accolto in toto il ricorso del club partenopeo contro la decisione finale della giustizia Figc, che aveva confermato la sentenza di primo grado con la sconfitta a tavolino ed il punto di penalizzazione subiti per la mancata presenza della squadra allo Stadium lo scorso 4 ottobre, 'causa Covid'. Il Collegio ha annullato, senza rinvio, la sentenza della Corte d'appello Figc del 10 novembre scorso, che aveva confermato la decisione del giudice sportivo del 14 ottobre di punire il Napoli. La partita si giocherà il 13 o il 20 gennaio.

Caso Juve-Napoli, Grassani: «Lunedì l'appello. Sarà presente De Laurentiis»

Juve-Napoli, quando si recupera

«La tutela della salute viene prima, giustizia è stata ristabilita», dice il governatore della Campania, De Luca, mentre i giocatori di Gattuso esultano nello spogliatoio e De Laurentiis si dice «felice» per una vittoria da «Davide contro Golia», come afferma il legale del club: La decisione cambia la classifica: in attesa delle gare del turno prenatalizio, tra stasera e domani, Juventus e Napoli sono appaiate a quota 24, insieme con la Roma che ha però una partita in più, a -7 dal Milan capolista e -6 dall'Inter - e propone un bel rebus sulla data del recupero, che la Lega di A dovrà individuare in un calendario molto fitto, tra campionato, coppa Italia e coppe europee. In attesa delle motivazioni, il Collegio di garanzia ha ritenuto che la mancata presenza allo Stadium del Napoli fosse giustificata - il club aveva avuto dalla Asl lo stop per le positività al Covid di alcuni giocatori -, quando invece secondo la ricostruzione della Corte d'appello si era trattato di una scelta volontaria, «se non addirittura preordinata». Un alibi, insomma, per evitare il confronto. Il club presieduto da Aurelio De Laurentiis e il tecnico, Rino Gattuso, hanno invece sempre negato di aver cercato di sottrarsi alla sfida con i bianconeri. 

 

 

La vicenda aveva sollevato un vespaio di polemiche che hanno coinvolto esponenti del governo, il Cts, il sindaco di Napoli e il presidente della Regione Campania, e decine di esperti, e ha dato la stura a infinite disquisizioni legal-scientifiche riguardanti soprattutto il protocollo anti-Covid della Figc e il 'potere' decisorio delle autorità sanitarie. Dopo due mesi e mezzo, la questione è finita oggi sul tavolo del Collegio. In udienza, il legale del Napoli, Mattia Grassani, ha sostenuto la tesi che il club la trasferta la voleva fare, ma questa è stata bloccata dai provvedimenti amministrativi.

«Il Napoli non aveva una ragione su un milione per saltare quella gara», ha detto davanti ai giudici, trovando eco nella posizione della Procura Generale dello sport: «A nostro parere la Corte d'appello federale ha fatto il passo più lungo della gamba, si parla di giustizia disciplinare e invece qui la giustizia è tecnica. La condotta del Napoli non è rilevante in questo procedimento». Un intervento probabilmente decisivo, che ha fatto pendere la bilancia a favore del ricorso, tanto che al termine del dibattimento De Laurentiis si è detto «ottimista sulla cancellazione di un giudizio iniquo». La sentenza è stata accolto con giubilo dai giocatori di Gattuso, che l'hanno ricevuto mentre erano allo stadio Maradona, mentre dalla Juve è trapelata 'indifferenzà per una vicenda «estranea» al club. 

 

 

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Il Messaggero